La Puglia secondo le Cantine Colle Petrito
Il tacco del lungo Stivale, negli ultimi anni, si sta facendo conoscere sia per il concetto di ospitalità che dimostra, soprattutto, d’estate, per l’oro verde sempre premiato, per il nettare di Bacco che regala alla Puglia, annualmente, noti riconoscimenti. Già dall’antichità quest’area concede emozioni, reperti archeologici e popolazioni le rendono gloria, ciò che colpisce è che le tracce di popoli antichi corrispondono perfettamente alla produzione di determinate uve. I Dauni, citati da Erodoto, Tucidide, Polibio sono accomunati al leggendario Nero di Troia; i Peuceti, dalle mogli danzatrici, al Primitivo; i Messapi, discendenti dell’eroe beota, al Negramaro.
Antonio, Giuseppe e Michele, legati da una stretta amicizia proprio come Dante, Lapo Gianni e Guido Cavalcanti si uniscono nella realizzazione di una società, Colle Petrito, area di Barletta – Andria – Trani, nella quale è possibile produrre nettari che rappresentino il territorio in un’atmosfera onirica.
La Falanghina e il Fiano, vitigni a bacca bianca, più noti in Campania, in questa zona sono due accompagnatori distinti per gli aperitivi, primi piatti leggeri, discrete acidità e persistenza. Il Primitivo, un poco rustico, ha un gusto deciso, il Nero di Troia si difende bene, piace e convince. Il podio lo raggiunge l’Aglianico, abbinabilità al cibo, beverino, con un suo personale profilo, un indipendente. L’etichetta la rappresenta: un’aquila che osserva tutto dall’alto.
L’azienda si trova nel verde, la location permette di respirare aria pulita e di viaggiare con la mente… I nettari hanno un prezzo democratico… Un buon incipit per chi si volesse avvicinare al culto di Dioniso.



