La generosità dei professionisti: degustazione alla cieca di Merlot. Solo famiglia Cotarella

Secondo la tradizione greca era giusto che chiunque bussasse alla porta di qualcuno venisse ospitato… Chissà, forse una divinità poteva celarsi sotto mentite spoglie per sondare la vera indole del padrone di casa.

L’hospitalĭtas è un concetto ancora presente nelle diverse realtà italiane, specialmente nel sud, colonizzato dai Greci nell’VIII secolo a. C.

Il trascorrere del tempo insieme, la chiacchierata, il poter condividere passioni comuni, sono aspetti che caratterizzano l’uomo che è un essere sociale. Per gli appassionati il nec plus ultra si raggiunge nel degustare del buon vino e spartirlo.

La famiglia Cotarella, in questi giorni, ha organizzato una degustazione alla cieca, nella quale non solo è stato possibile sorseggiare due differenti Montiano ma anche altre realtà note e consolidate. La professionalità dell’organizzazione è consistita nel ricercare bottiglie all’altezza senza il timore che il proprio prodotto venisse offuscato, anzi che i fortunati commensali fossero liberi di esprimere giudizi senza alcun condizionamento. Protagonista? Il Merlot, vitigno francese a bacca rossa prodotto in diversi luoghi del mondo, talvolta abusato, per lo sciocco concetto che si tratti di un’uva facile… In realtà va curata, accarezzata, attesa.

Riccardo Cotarella è stato tra i primi a pensare che si trattasse di vitigno che avrebbe avuto del successo anche in Italia. L’intuito non lo ha tradito. Esistono altre realtà “merlottanti” nel lungo Stivale così le Cotarella girls hanno organizzato un evento tutto al femminile con sorsi numeri uno. L’Apparita 2018 di Castello di Ama, affinato in botti di rovere, in genere è abbinato alla selvaggina è passato un po’ in sordina rispetto gli altri assaggi, a tratti equilibrato.  Il Galatrona 2018 di Petrolo nativo da terreni prevalentemente argillosi presenta una buona struttura, un lungo epilogo appagante, va ancora atteso. Il Montiano 2018 ha un naso e un assaggio netto e diretto, è un vino estroverso, pronto per essere gustato fin da ora, sebbene sia chiaramente longevo. L’assaggio è generoso. Il Redigaffi 2018 della Cantina Tua Rita, in questa occasione, è stato il meno estroverso di tutti. Restio nel porgere la sua nota grazia, sebbene si tratti di una fortunata annata. Masseto 2018 desidera essere notato. Nuance di buccia di arancia, pepe nero, vaniglia in bocca si trasformano in un mon chérì. Avvolgente. Il Montiano 2014 è una scoperta. Quando Richard Gere si trasforma dal ruolo di ufficiale e gentiluomo a L’incredibile vita di Norman: l’evoluzione di un grande attore. L’aspetto olfattivo terziario è molto interessante. Masseto 2014 ti porta in un altare nel quale l’incenso è inteso in modo personale da chi lo annusa. Il colore e i profumi, in apparenza, lo collocherebbero in un anno poco più precedente. Charming.  Per gli appassionati il Petrus resta un sogno, soprattutto per quello che costa. Il vino è oggettivamente ben fatto. Nitido in tutte le sue sfaccettature ma in una degustazione alla cieca non si aggiudica il podio. Si è troppo spesso condizionati da prezzi, sentito dire, guide più o meno note… Sarebbe più giusto offrire spazio all’oggettività e al buon gusto. Il tempo degli stereotipi è già finito.