L’Albarone secondo Marco Bonfante

“Ai piedi dei monti” è questo il significato della regione che ha come capoluogo Torino e che vanta ben 18 DOCG e 41 DOC. Luogo natio di personaggi come Camillo Benso Conte di Cavour, Vittorio Alfieri, Rita Levi Montalcini. Sebbene sia stata sempre ospitale anche questa regione a cavallo del XIX e XX secolo è stata abbandonata da un numero elevato di abitanti diretti verso l’America alla ricerca di fortuna. Dopo lo scandalo del metanolo, appare rifiorire proprio nell’ambito vitivinicolo. Calici profondi dalle sfumature preziose regalano emozioni infinite. Tra le realtà spicca Marco Bonfante (Bovolone) Verona. Ottava generazione di produttori di vino che decide di avviare una propria realtà nel 2000. Marco è un enologo entusiasta del suo lavoro, estroverso, attaccato alle sue bottiglie che descrive con amore. Disparate le etichette ma reale fiore all’occhiello dell’azienda è l’Albarossa, vitigno a bacca rossa creato nel 1938 da un incrocio del professor Giovanni Dalmasso tra Nebbiolo di Dronero e Barbera. Sorseggiare questo nettare è un privilegio.

L’annata dell’Albarone 2016 è gradevolmente impenetrabile. Pepe nero, ribes rosso, uva spina regalano un piacere morbido che in bocca lascia il palato soddisfatto: è come guardarsi allo specchio.  La versione 2017 è più austera, mascolina. Uno stripper vestito in smoking che si lascia annusare da lontano e godere, spogliandosi lentamente. Archetti violacei concedono profumi come scatola di sigari, humus, cuoio, note eteree che in bocca si materializzano attraverso tannini laccati. Epilogo sensuale che domanda: “Ne desideri un altro sorso?” La risposta è scontata. La porta della vita si apre con il 2012, chiave generatrice. Un abito rubino sprigiona note di cassis, coriandolo, pepe rosa, prugna che indossato diventa avvolgente anche se con una leggera ritrosia. L’annata 2011 possiede una spiccata personalità. Richard Gere in atteggiamento amabilmente intrigante. Sbuffi di liquirizia, note fungine, erba appena tagliata, eucalipto… Un urlo di piacere.

Marco Bonfante spazia da calici beverini come il Gavi 2021, adatto ai chiacchieroni per l’estrema piacevolezza, passando alla Barbera Bricco Bonfante Riserva 2016 molto chic per giungere all’Albarossa che, attraverso Marco, sembra aver trovato il modo per rimanere eterna.