Stilnovo ed entri nel Purgatorio

Il Dolce Stil Novo è la denominazione attraverso la quale Dante, nel XXIV canto del Purgatorio, descrive un gruppo di poeti accomunati dalla passione per la scrittura e ispirati dall’amore. L’occasione è data dall’incontro con Bonagiunta Orbicciani, rimatore lucchese, esponente della Scuola Toscana. Siamo nel girone dei golosi. Le anime dei purganti sono costrette a guardare un albero carico di frutti bagnati di continuo da acqua di sorgente, recitano alcuni versi del Miserere, ambiscono alla purificazione.

Così tra sospiri e preghiere dei peccatori non si può non pensare alla forma affusolata dello Stilnovo, sigaro di manifattura lucchese.

All’interno tabacco Kentucky, scostolato a mano, la cui essiccazione avviene a fuoco, invecchiato quattro anni.

Il colore scuro rievoca il momento nel quale il Sommo Poeta lascia l’Inferno e giunge nel Purgatorio per detergere lo spirito, con anche il volto sporco di fuliggine. Si avverte quasi un’entrata in chiesa. Il sigaro emana aromi di incenso. Come quando la rugiada bagna il prato, un profumo di humus stuzzica le narici. Dante, in segno di umiltà, si lascia cingere da Virgilio dal giunco, così il sigaro è cinto da una fascia preziosa, quasi sanguigna.

Per la manifattura il tiraggio non è sempre semplice, alcune volte più faticoso proprio come lo è il cammino dantesco verso la cima. Note speziate, scure, quali pepe, noce moscata, chiodi di garofano a un certo punto lasciano spazio a nuance più dolci come miele di castagno, sbuffi di cannella, mirto, macchia mediterranea. Il gusto è equilibrato, non si evincono picchi. La persistenza in bocca è lunga. La cenere è compatta e bianca come le anime della seconda cantica che cercano di purificarsi dai peccati commessi sulla terra. Non si tratta di un sigaro estroverso, ma di un piacere che va capito con una certa lentezza. Tre le “fumate” presenti in un piccolo cofanetto squadrato che richiama la preziosità del gesto del fumo: un connubio tra sacro e profano.