Magnum: Purgatorio

Siamo alla seconda cantica dantesta nella quale le anime, rispetto alle precedenti, sono fiduciose e attendono con ansia di purgarsi per giungere più vicine a Dio.

I gironi si trasformano in cornici con i medesimi sette vizi capitali: superbi, invidiosi, iracondi, accidiosi, avari e prodighi, golosi e lussuriosi per poi giungere al paradiso terrestre. Nell’aria non si avvertono bestemmie e differenti favelle ma speranza e preghiera, sospiri. Il tempo diventa un compagno attraverso il quale poter espiare le proprie colpe. Dalla passionalità di Francesca da Rimini si passa alla pudicizia di Pia de’ Tolomei, gentildonna senese, fatta morire per mano del marito; dal goloso Ciacco si arriva ad anime orribilmente magre che desiderano mangiare e bere, solleticate da alberi da frutto. L’addio a Virgilio, cara guida. L’incontro con Beatrice coperta da un candido velo sul quale è deposta una corona di ulivo, l’ abito è scarlatto e il mantello verde: fede speranza e carità ne sono il significato.

L’Algida riassume il suo Purgatorio sempre avvolto da un guscio di cioccolato, questa volta al caramello, l’interno è cremoso e variegato al biscotto. Il gusto è più deciso e dolce del precedente… Non male per gli amanti del caramello che ne mangerebbero un’intera confezione da tre… Tutti troppo piccoli per gli amanti degli zuccheri.

Non resta che agognare il Paradiso.