Montecappone vini: il dado magico di Rubik

Dopo numerose giornate di pioggia battente e Coronavirus che incombe, è difficile pensare al mare, alle spiagge assolate, copiose di persone con le quali ci si può schizzare vicendevolmente, prendere il sole appiccicati sul medesimo lettino, giocare a palla con qualche bambino e attraversare le acque con un motoscafo. Ognuno di noi recepisce gli impulsi esterni in modo diverso. Ciascuno ha un proprio bagaglio emotivo, costruito dai propri ricordi, le proprie esperienze, il personale vissuto. Quando si annusa un calice i sentori sono quasi palpabili, il modo con il quale accarezzano le nostre radici giunge al cervello, aprendo un mondo… Il proprio.

La cantina Montecappone – Mirizzi ha scelto il Verdicchio come messaggero degli dei, ma il loro Ermes non si rivolge esclusivamente ai fortunati abitanti dell’Olimpo, ma a tutti. Il nettare è alla portata di tutti perché a tutti è permesso assaggiarlo ma forse non tutti hanno la sensibilità di percepirlo per renderlo proprio.

Se quest’uva potesse parlare, credo, esprimerebbe la propria gratitudine nei confronti della famiglia Mirizzi che le ha offerto la possibilità di non essere un vitigno, ma tante sfaccettature, in realtà specchi. È come se ci si trovasse nella Sala degli Specchi del Quirinale. Lampadari luccicanti, enorme tappeto, finestre soleggiate aggraziate dalle tende … E tanti specchi. Se ci riflettessimo in questi vedremmo un aspetto di noi completamente diverso dall’altro. È così il Verdicchio di Mirizzi, si stappa dalle differenti bottiglie, ma rimane profondamente fedele a se stesso.

Federico II Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2018 tinge il calice di giallo paglierino dai riflessi vagamente color prato. Fiori gialli, lime, citronella, soave pepe bianco, sfondo minerale, note erbacee… In bocca acidità e sapidità si amalgamano. Ebrezza marina sulla pelle, aria di libertà e di spirito di avventura per il quale è ricordato lo Stupor Mundi che concede il nome alla bottiglia, colui che ha ideato la Scuola Siciliana, creando una corte di intellettuali che proveniva da differenti luoghi, uniti solo dalla cultura…

Il Cogito A. Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2018, vendemmia tardiva, dalle sfumature luminose e chiare garantisce proprio con la seduzione del bouquet la certezza del verbo scelto da Cartesio nell’affermare l’esistenza dell’uomo in quanto essere pensante. Pesca, rosa gialla, mapo, susina acerba in bocca si trasformano in crema pasticcera dall’aroma di limone, ricchezza e succosità, anche qui spiccano acidità e sapidità, la scia conclusiva è appagante e avvolgente, nuance di caramella al miele.

Il dado magico di Rubik…