Il cibo secondo Ernesto Di Renzo, anche nel periodo del Covid…

Ernesto Di Renzo antropologo e docente presso l’università di Tor Vergata nella quale insegna Antropologia del turismo, Antropologia dei patrimoni culturali e gastronomici e Antropologia del gusto è un uomo dal fascino italiano. Dizione perfetta, voce profonda, conoscitore del territorio e di nascita abruzzese. Ricorda ancora il profumo degli alberi di pioppo in autunno, il sapore di pane, olio e zucchero con il quale faceva merenda da bambino, la consistenza del pancotto abruzzese con cui i pastori della sua terra affrontavano la transumanza. Dopo la maturità scientifica si accaparra un anno sabbatico durante il quale si immerge nella profondità dei testi classici e individua la sua strada. Riconosce la lungimiranza dei suoi genitori che non lo hanno mai ostacolato e che lo hanno spinto a trovare la giusta via. Possiede la nitidezza del Trebbiano, lo charme del Cerasuolo e l’intensità del Montepulciano. Tra i suoi motti preferiti la celebre frase scritta a caratteri cubitali sul tempio di Apollo a Delfi: γνῶθι σ(ε)αυτόν (conosci te stesso) perché l’essenza della nostra vita va cercata dentro e non fuori di noi…

Sostiene che tra la personalità della gente e il modo di mangiare di ciascuno di noi, ci sia un forte legame. Recentemente è uscito l’ultimo suo lavoro: “A proposito del gusto”, pubblicato dalla casa editrice Cinquesensi. 176 pagine da divorare. Aneddoti, modi di nutrirsi che cambiano in base al luogo di nascita, cibi che per taluni potrebbero sembrare indigesti, alcuni dei quali anche pericolosi, ben raccontati. Spiega come il fatto che l’essere umano sia onnivoro è anche da attribuirsi alla sua curiosità, alla necessità di cambiare e di come si sia evoluto non solo attraverso la “forchetta” ma anche con il cervello.

Le vivande non sono state, storicamente, esclusivamente un nutrimento ma anche un elemento di piacere e soddisfazione. La caccia, la pesca, il procedimento della preparazione del vino sono testimonianze di una mente complessa come quella dell’uomo che resta indiscutibilmente l’essere più articolato del pianeta.

Anche il Covid ha condizionato il nostro modo di approcciarci ai piatti. Molti si sono scoperti pasticceri, panificatori, assaggiatori di vino pur di occupare il tempo trascorso, in modo forzato a casa. Ciascuno approccia agli scaffali dei supermercati in modo differente.

Una lettura che offre gli strumenti per analizzarsi ed esaminare in modo più consono e saporito ognuno di noi… Un regalo diverso dal solito. Un libello leggero e gustoso da ingurgitare subito!