Letrari mette le ali…
Quando si pensa alle bollicine ai piccini vengono in mente le sfere di sapone dagli svariati colori, ai più grandi la seduzione e il divertimento… Lo Champagne resta ancora la bollicina più conosciuta al mondo e sebbene gli italiani ne siano dei grandi bevitori, da anni sono diventati grandi produttori di bottiglie antagoniste. Trentodoc ne è un degno esempio. Frizzantezza di montagna dall’ampio respiro che potremmo definire tridimensionale. Metodo Classico tutto made in Italy i cui protagonisti sono Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. Disparate le aziende della provincia di Trento che, grazie a questi regali vitigni, hanno costruito realtà solide, ormai note in diversi luoghi del pianeta. Tra tutte spicca Letrari. Concretezza che nasce a metà del 1600 in Riva all’Adige per giungere a oggi con le ultime generazioni rappresentate dall’enologa Lucia, donna empatica, intuitiva, dalla personalità vulcanica che ha la capacità di trarre il meglio delle persone, qualità non comune. Sebbene figlia d’arte è riuscita a ritagliarsi un suo ruolo nel mondo enologico, grata sempre al padre per ciò che le ha insegnato e per quello che ha ereditato, è solida nelle sue convinzioni e schietta nelle affermazioni. Altro erede, in apparenza più defilato, è il fratello Paolo. Avvocato affascinante, figura distinta in grado di narrare il vino come pochi. I vitigni nei suoi racconti, talvolta poco noti, arricchiscono i fortunati assaggiatori dei loro nettari con storie inedite tutte da gustare che rendono i sorsi ancora più interessanti. Fratelli diversi ma uniti dalla passione per il nettare di Bacco che portano certamente nel cuore.
Nei giorni scorsi, in occasione del Life of Wine, è stato possibile assaggiare il Brut Riserva (60% Chardonnay e 40% Pinot Noir) nelle diverse annate alcune delle quali baciate dai lieviti per 60 mesi. Colonna portante della cantina il prezioso liquido che, in anni diversi, dimostra una straordinaria versatilità con l’abbinamento ai cibi che varia da antipasti cremosi a primi piatti di pesce e carni bianche; permane una spiccata acidità e un colore prezioso tutto da ammirare. La 2014 (degorgiatura 2019), annata calda, regala finalmente i sui frutti. Donna del mistero, che impiega un po’ di tempo per dimostrare tutte le sue qualità e il suo charme. Giallo prezioso, limpidissimo dagli aromi cedrini che trovano rifugio nella crosta di pane su sbuffi di vaniglia. In bocca è un sensuale morso di mapo. La 2010 (degorgiatura 2017) è più morbida e carnosa. Una modella dalle forme sinuose che desidera essere morsa. I sentori rammentano i piccoli borghi parigini nei quali si avvertono i profumi del pane fresco e dei biscotti al burro. Sorso curvilineo assolutamente da godere. La 2008 (degorgiatura 2014) dai riflessi oro antico è lo scrigno dei nostri desideri. Se la avessero assaggiata i Greci nell’antichità la avrebbero definita il nettare che maggiormente li avrebbe rappresentati: armonia, equilibrio regalano un sorso piacevole, il palato rimane pulito e appagato, ma desideroso di riassaggiare ancora una volta una preziosità accattivante. La 2005 (degorgiatura 2009) è una Still Life dai frutti a polpa gialla. Albicocca, pesca acerba, dal finale lievemente ammandorlato, mai banale ma dall’ampio respiro che rammenta la fitta vegetazione del luogo.
I buoni sorsi non sono quelli che si bevono, ma quelli che restano impressi nella nostra memoria. Piccoli trasparenti tatuaggi che delineano sensazioni che ognuno di noi interpreta in modo soggettivo… L’importante è volare. Letrari mette le ali…