Ode ai calici sardi…

Non ci sono parole che possano descrivere la Sardegna. Regione dell’Italia a statuto speciale, isola che ha generato diversi talenti. Tra tutti spicca una determinata Grazia Deledda, ancora oggi unica donna ad aver ottenuto il premio Nobel per la Letteratura. Qualcuno identifica questa terra come l’antica Atlantide. È certo che resta, per molti versi, ancora incontaminata, misteriosa. Nuraghi, palmenti, spiagge dai colori particolarissimi la rendono unica nel suo genere. Gli abitanti sono identificabili perché, spesso, un po’ scuri e minuti. Le donne affascinanti. Proprio in questa regione che sulla cartina appare ancora più grande di ciò che è realmente, sono presenti diverse cantine… Tutte con le proprie peculiarità. Differenti dimensioni e prodotti.
Tra i nomi più blasonati emerge Argiolas. Tre generazioni di vignaioli, il cui capostipite intuitivo è Antonio. Siamo negli anni ’30 e ancora non si parla di vino sardo nel mondo. Ogni discendente della famiglia ha lasciato un segno, creando un vero e proprio marchio, oggi conosciuto anche all’estero. Cannonau, Nuragus, Moscato sono solo alcuni dei vitigni che in quest’area della regione meridionale sembrano aver trovato un eden tra alture, giusta esposizione, presenza di venti e suoli adatti. Differenti le bottiglie, ognuna racconta una storia. Fili conduttori armonia, equilibrio e pulizia… In che senso? Non esistono sbavature, sono tutti elegantemente perfetti. Questa famiglia ha qualcosa in più… Le “donne di casa” che supportato i propri uomini e i dipendenti, parte integrante di una realtà che avvertono come propria. C’è Giulia che funge da Cicerone… Conosce ogni angolo dell’azienda, scrupolosa nelle spiegazioni trasmette il territorio, i prodotti e specialmente la famiglia… Parla al plurale di una realtà che avverte profondamente sua.
Dalla provincia cagliaritana si passa al Sud Sardegna con AgriPunica. Il medesimo nome collega la popolazione antica alla gente del posto. L’intreccio è testimoniato anche dalle singole etichette delle bottiglie evocanti reperti archeologici. Costola di Santadi nasce nel 2002. Creazione del compianto enologo Giacomo Tachis che, in questa regione, sembra aver lasciato un patrimonio non solo di prodotti e conoscenze ma anche di giovani che cercano di ripercorrere le sue orme. Stati Uniti, Cina, Giappone, Gran Bretagna tra gli acquirenti. Barrua, Montessu e Samas sono il connubio profumato ed emblematico di uve sarde e francesi. La barrique esibisce il suo splendore, smussa le spigolosità ed esalta le qualità.
Dal patrimonio del piemontese Tachis si forma Piero Cella, volto noto e amato da tutta la regione che ha visitato in lungo e largo grazie al suo lavoro, la collaborazione con le cantine, la conoscenza del territorio. Dall’esperienza sui libri e sul campo Piero decide, assieme alla moglie Luciana, ottima ambasciatrice, di creare qualcosa di proprio: Quartomoro ad Arborea (Oristano). Bottiglie riconoscibilissime sia dall’involucro che dalle etichette. La lettera Q spadroneggia su uno sfondo scuro, essenziale, proprio come il produttore che è un uomo più di fatti che di parole. I suoi vini gli assomigliano, individuabili anche nei sorsi. Sia sparkling che fermi parlano di regione. Nessuno somiglia a nessuno. Tornano in auge uve come Monica e Bovale, tutte dalla spiccata acidità.
Nell’estremo ovest della Sardegna a Sant’Antioco esiste una piccola e nuova realtà: Bentesali. Il Carignano del Sulcis, sopravvissuto alla fillossera, regna sovrano su suoli sabbiosi dinnanzi al mare. Le viti hanno più di cento anni. Resistono ai cambiamenti climatici, si lasciano ondeggiare dal vento, illuminare dal sole e incipriare dalla brezza marina. La prima annata è il 2014. Mentre il lungo Stivale trema nel solo guardare questo anno, in Sardegna è possibile degustare nettari molto buoni. Sapidità, limpidezza ed esteso epilogo sono presenti anno per anno, variano spezie e frutti più o meno maturi.
Altra new entry della regione è 1 sorso a Trunconi Sorso (Sassari), il giovane Leonardo Bagella ha realizzato un piccolo sogno nel cassetto: un sorso per i giovani. Un luogo non lontano dal Golfo dell’Asinara, nel quale primeggia un panorama paesaggistico naturale, le colline si trasfigurano in volti femminili… E, come sostiene Niccolò Machiavelli, la Fortuna è donna e ama i fanciulli intraprendenti, audaci e di bell’aspetto… Vermentino, Moscato secco e Cannonau sono i padroni di casa. Beverini, adatti alle nuove generazioni alla ricerca dell’immediatezza e la necessità di coglier l’attimo…
Cantine, calici, volti ma soprattutto anime… Questa è Sardegna!