Cristiano Veglio e la Cascina Bruni…
A rappresentare, oggi, la Cascina Bruni è Cristiano Veglio, classe ’77, riservato, emana una luce in più e una favella sciolta quando si tratta di lasciar degustare i suoi vini, descrivere la sua gente, elogiare le sue vigne, accarezzare i ricordi di un bimbo che, uscito da scuola, correva tra i vigneti perché desideroso di aiutare il padre e il nonno. Langarolo, si sente diverso dal resto della regione piemontese. Pavese e Fenoglio gli hanno trasmesso il senso del dovere e una percezione spiccata del concetto di sopravvivenza. Sono proprio loro a far conoscere il territorio e il vino nel mondo. Dottore in enologia si accosta al vitigno Nebbiolo, ma rammenta le cene familiari sempre in compagnia di un sorso di Dolcetto. Consapevole di non avere ancora trovato la donna della sua vita, sa già che avrà due figli: un maschietto e una femminuccia. Crede nelle potenzialità del vino italiano e riconosce le peculiarità di ciascun vitigno in ogni regione del Belpaese e dice dei suoi vini: “ I calici da noi offerti vanno assaggiati perché preparati con amore, passione, sentimenti che gli antenati mi hanno trasmesso e che spero di tramandare, io, ai miei eredi. Sostengo la collaborazione tra i produttori, la solidarietà, perno sul quale si sono fortificate le mie genti. Riconosco anche la bravura e le potenzialità delle altre regioni, ad esempio, le Marche hanno ancora molto da offrire e i vini sono piacevoli. Conosco il principio dell’ospitalità come i miei avi che accoglievano, in periodo di guerra, partigiani”. Non si tratta di semplici bottiglie, ma di storie… Storie di un’Italia di un tempo, povera ma integra, che oggi attraverso i suoi prodotti sprigiona ancora una genuinità ancestrale.
Da menzionare il Barolo Marialunga 2013, possente, equilibrato e avvolgente; il Moscato d’Asti Columbè 2016 fresco, non stucchevole e inebriante ma, imperdibile è il Barolo Chinato Rivass che offre un bouquet appagante, oscilla dalle spezie dolci alla carruba, un sorso tira un altro, soddisfa naso e palato che restano completamente avvolti dalle molteplice sensazioni offerte, per cui, perché abbinarlo solo a pietanze dolci e non esaltarlo con un signor foie gras?