Grignano winery: atelier di alta moda giovanile

Toscana, meta ambita dagli stranieri, parola conosciuta al mondo grazie alla penna di Dante, ai suoi natali e a quelli di Petrarca, alla casata dei Medici, a Caterina che fungeva da piccione viaggiatore tra l’Italia e la Francia esportando tutto ciò che fosse conosciuto nel lungo Stivale. Regione legata a Roberto Benigni e luogo di fiction italiane. Qui si sorseggiano tra i nettari più noti. Chi non ne conosce almeno un calice?

Siamo a Pontassieve (Firenze) nei pressi del fiume Sieve dal quale trae il nome, presenti reperti archeologici del periodo medievale, un tempo centro agricolo e vinicolo. Ancora oggi lo è. Tra le realtà presenti emerge Grignano, dagli anni ’70 proprietà della famiglia Inghirami di Borgo Sansepolcro che da lungo tempo si occupa di lavoro tessile per poi dedicarsi al nettare di Bacco. Così mentre prima si vestivano donne ora si addobbano bottiglie… Un atelier tutto da sorseggiare…

Iniziamo con l’IGT Ricamo 2022 (Chardonnay 40%, Moscato 60%) dai riflessi paglierino, giusto per la bella stagione, da gustare anche sulla spiaggia al posto della solita birra, beverino, versatile.

Fragoline di bosco, ribes, cassis si concretizzano nell’IGT Toscana Singersangio  2020 (Sangiovese 100%) dall’etichetta particolarissima degna dell’alta moda, nella quale una macchina per cucire si trasforma in un cavallo di razza, ben cavalcato. Il sorso è schietto, dalla facile beva, abbinabile al cibo. Epilogo che vagheggia l’arancia sanguinella. Per chi sulla barca, in estate, cercasse una “bevanda” color rubino… Questa è la giusta scelta.

Compare anche il Ritratto del cardinale Chianti Rufina DOCG 2020 (Sangiovese 90%, Canaiolo 10%) già dal nome si evince la raffinatezza del prodotto. Da sempre il clero si abbevera dai calici migliori. Una nuance più scura dipinge il vetro. Iris, gelso, prugna fresca accarezzano il naso per poi concretizzarsi con una vellutata nota tannica in bocca e un finale un po’ pepato.

Poggio Gualtieri Chianti Rufina Riserva 2018 (Sangiovese 100%) dal colore più impenetrabile, esprime un bouquet conturbante nel quale coriandolo, canfora, ginepro, carruba, vaniglia si allineano su un tappeto di ciliegia per poi rammentare il cuoio. Il sapore è avvolgente, malizioso, i tannini morbidi. Il finale appagante.

Montefiesole Terraelectae Chianti Rufina Riserva 2019 è un assaggio per intenditori. Profumi piacevolmente mascolini, virilità, sapore, corpo, balsamicità. La concretezza di una bottiglia da centellinare solo con compagni di calice scelti con cura. Un uomo in frack che potrebbe diventare famoso proprio come la canzone di Domenico Modugno:

È giunta mezzanotte
si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè…”
è di polvere di caffe, infatti, l’ultima scia che porta via…