La nobiltà di Fiorano… Nei calici

È la Città Eterna… Quella che rapisce il cuore, che suscita un sussulto, che lascia intendere che se si è mortali c’è sempre qualcosa che rende infiniti… E proprio a ridosso dell’Appia Antica, regina delle vie, che collegava Roma a Brundisium per poi recarsi in Grecia e in Oriente esiste una tenuta regale, quella di un principe: Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi, dagli occhi chiari, al quale ogni donna, aspirante principessa, non potrebbe non cedere. Un’oasi di pace che emana aria di storia, che palpita eleganza, che desidera essere ascoltata, assaporata, assaggiata… In alcuni casi ingurgitata: Tenuta di Fiorano. Un gigantesco carillon di emozioni e sorsi inconfondibili, eloquenti che sussurrano storie inconfessabili che desiderano trovare pagine bianche per poter essere scritte, disegnate, tracciate.
Qui il Cabernet Sauvignon e il Merlot sono gli eterni nobili, testimoni loquaci di generazioni che si sono succedute ma che decidono di confidarsi ogni anno, in modo diverso, cercando un interlocutore sensibile, capace di poter delineare il loro ritratto.
È così che sfilano le annate di Fiorano rosso.
2015: la città parigina è attaccata in modo inaspettato e violento, chiunque vorrebbe scappare da quella situazione tragica. Uno schizzo prezioso dalle nuance purpuree incide il dipinto Huyendo de la crítica dello spagnolo Pére Borrell del Caso. Pepe nero, china, radice di liquirizia, su uno sfondo di ciliegia regalano un’emozione senza tempo, un istante che andrebbe immortalato. Eleganza dimostrante che non esistono limiti, perché non ci sono cornici ma solo spazi infiniti battezzati dall’incenso e il tabacco.
L’annata 2013 andrebbe dedicata all’atleta Elnaz Rekabi prima donna iraniana a vincere una medaglia ai Campionati mondiali di arrampicata che decide di non coprire i capelli scontando così la punizione di veder la propria dimora rasa al suolo. Ma lei è leggera come una piuma, ha una forza interiore e una potenzialità che neanche immagina. Così il sorso è arioso, tenue, equilibrato, contiene tutto in piccole dosi: una sfera di vetro con fiocchi di neve che va solo agitata.
Nel 2012 mentre Barack Obama viene rieletto alla Casa Bianca e l’uragano Sandy si abbatte su New York nasce un Fiorano che echeggia un tramonto nel quale cielo e terra si uniscono. Curcuma, pepe rosa in bocca si trasformano in un peccaminoso boero, dall’epilogo insolito nel quale l’arancia sanguinella lascia spazio a note piacevolmente ferrose e il sole si specchia nell’acqua diventando un tutt’uno con la sabbia.
Il 2009 si racconta con lentezza: un corpo muscoloso e virile allenta i veli dai quali è avvolto lasciandosi ammirare fino a restare nudo come spoglia è la terra. Un rubino intrigante sprigiona sbuffi di cuoio, erba tagliata, rabarbaro, humus. Il tannino è vibrante, una nota iodata che vira al fungino accarezza il palato in modo mascolino come una sagoma nerboruta michelangiolesca.
Indimenticabile il 2003 per le temperature insolitamente afose, chiunque potrebbe ricordare con esattezza dove si trovasse durante la bella stagione. Così Paolo Virzì trasferisce Caterina in città assieme alla madre Margherita Buy e il padre Sergio Castellitto in una pellicola di successo attraverso la quale afferma, definitivamente, il suo talento da regista… E proprio durante quell’estate il personaggio, interpretato dall’attore romano, scompare in quei mesi infuocati. Tinta impenetrabile, fragola, big babol, assaggio quasi masticabile, generoso, opulento che attrae nella sua morbidezza proprio come Monna Lisa all’età di dodici anni di Botero: o si ama o si odia.
Mentre Gianna Nannini ed Edoardo Bennato intonano Notti magiche, inno che resterà amaro alle orecchie degli Italiani, Fiorano genera un calice granato dal sapore di ciliegia matura, cipolla caramellata, un potpourri di rosa canina e viola dagli sbuffi di eucalipto e la scia di pompelmo rosa.
È proprio lei… La donna che accompagna il Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla. Classe 1988 e di stile ne ha da vendere. Si mantiene giovane attraverso tannini ancora laccati, stringe un bouquet di miele di castagno, vaniglia e caramello.
Sfumature un po’ più nitide per la versione 1986. Polvere di caffè, guizzi di cacao amaro, foglia di tabacco in bocca evaporano ancora la sensualità di un gentleman che desidera fortemente essere apprezzato indossando uno smoking che non lascia indifferenti.
Tutto questo… E chissà quant’altro è Fiorano.