Off Off Theatre e Kim… Una storia da raccontare
Nella deliziosa e accogliente cornice dell’ Off Off Theatre della Capitale fino al 12 febbraio è possibile godere dello spettacolo Kim O Amor è a Cura tratto da Unghie di Marco Calvani, diretto da Fabio Massimo Iaquone e Erminia Palmieri con Lucilla Diaz e la partecipazione straordinaria, di nome e di fatto, della violinista H.E.R.
Kim è una transessuale la quale, una delle tante volte, rientra a casa alle luci dell’alba alticcia. In vino veritas sostenevano gli antichi Romani. Infatti la protagonista perde i freni inibitori e si lascia trascinare da ricordi, visioni, avvolta dalla paura e dalla solitudine che hanno sempre accompagnato la sua esistenza. Un viaggio veritiero in una società doppia che finge di essere inclusiva ma in realtà non lo è. Tutti si celano dietro una falsa normalità, ma davvero esiste la normalità? È normale il fatto di nascere in un corpo che non si identifica come proprio e doverlo approvare a tutti i costi? Doversi prostituire per trovare un lavoro perché in molti non accettano coloro i quali decidono di cambiare completamente vita e aspetto? Una serie di telefonate mettono a nudo la vita di Kim lasciando che racconti la sua storia tra fantasmi, verità nascoste e tanta finzione. Tutti cercano l’amore e lei lo avrebbe tanto desiderato, ma conduce la vita di un surrogato. Non può trovare la persona giusta perché molti uomini la usano. Sono attratti da lei ma non escono allo scoperto. Numerosi coloro i quali hanno giaciuto in sua compagnia sostenendo di amarla nel momento dell’amplesso per poi dimenticarla. Il medico con il quale colloquia le ricorda che deve affrontare un ulteriore intervento, l’ennesimo… Il suo corpo non è ancora completamente femminile ma Kim non ne è convinta. La performance invita alla riflessione. Suggestive luci e musica che riportano in un’altra dimensione quasi come se lo spettatore si trovasse sul palco e avesse una visione differente di ciò che lo circonda.
Martin Luther King sosteneva che le esistenze sarebbero finite il giorno nel quale si sarebbe smesso di parlare… Basta bavagli, ma almeno si pronuncino cose sensate.
