Villa Maiella… Il lato gourmet dell’Abruzzo

“Il fu Mattia Pascal bibliotecario”è una delle frasi conclusive di uno dei romanzi più noti di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate, nel 1904, sulla rivista Nuova Antologia. Poi c’è un Arcangelo, un tipo di αγγελος, messaggero nel significato originale, con tra i più noti della tradizione cristiana Michele, Gabriele e Raffaele che nella collocazione dantesca si trovano nel cielo di Mercurio, dove sono ubicati gli spiriti operanti per la gloria terrena.

A creare la realtà stellata sono Angela e Peppino Tinari che nel 1984 trasformano in ristorante la Fiaschetteria Villa Maiella, osteria generata dai predecessori Ginetta e Arcangelo nel 1966. Ora siamo alla terza generazione, quella di Arcangelo e Pascal, di una famiglia che si è fatta da sola, che ha utilizzato la tradizione per sposare l’innovazione e creare una rosa in un territorio accarezzato dal vento, solleticato dal gelo e illuminato dal sole nel quale si respira aria pulita.

Disparate le pietanze che da la “Chitarra di patate e fonduta di pecorino di Farindola”, attraverso la regione degli “Stagionati di maiale nero” della fattoria di proprietà della stessa famiglia Tinari, giungono ai primi piatti quali “Ravioli di burrata allo zafferano de L’Aquila e lenticchie di Caprafico” e il “Farro mantecato con tartufo nero uncinato, una goduria, proseguendo con la”Chitarra al ragù d’agnello e ricotta affumicata al ginepro” vera tentazione. Delicato e insuperabile l’ ” Agnello al timo”, incastonato da uno spicchio di luna verde smeraldo. Il Tiramisù è inusuale ed esalta le papille gustative in modo sublime: una spugna superba, pronta per essere intinta a una crema al caffè, sovrasta tutti i panettoni assaggiati nelle vacanze natalizie. La piccola pasticceria si scioglie in bocca dinnanzi un caldo camino, sorseggiando i liquori della casa, primo tra tutti, dal gusto fine e orientale, lo shiso. Altro occhiolino nostrano, il noto burro francese è sostituito dal lardo da spalmare sul pane di farina di Grano Solina d’Abruzzo, definito libidinoso dal maestro di cerimonie Pascal.

Esperienza da vivere e condividere con le persone del cuore o con gli amanti della qualità nella vita … Che resta sempre troppo breve per essere goduta con gente mediocre …