Verso … Il successo

Disparati i significati della parola verso, dal latino versus, participio passato di vertĕre «volgere», oppure voltato all’ingiù o ancora il verso di qualcuno…E poi altri. È certo che si tratti di un suono che si ricorda, resta impresso nella memoria proprio come il locale omonimo della Capitale, in via Taranto n. 38, a fianco del teatro del quartiere. Luogo di passaggio, tappa obbligatoria dopo la visione di uno spettacolo, dopo aver goduto di un buon film al cinema, epilogo di una serata che volge al termine o luogo confortevole per chi volesse sorseggiare un calice di vino per niente banale o desiderasse allietare le papille gustative passando prima per la vista e poi per l’olfatto. Verso è una scommessa vincente che merita il successo perché creato da spiriti buoni. Nato da un’idea del poliedrico Giorgio Mansueti nel 2017 come enoteca, oggi vanta di altre presenze come Silvia Cruciani, quota rosa nelle vesti di direttrice, trasteverina di nascita che rammenta ancora il profumo e il sapore delle fettuccine domenicali di nonna Liliana. In cucina i talentuosi Daniele Bonanni, classe 1990, che trova la sua dimensione dietro i fornelli dopo un approccio universitario. La sua formazione pullula di nomi noti nel settore ma ora è giunto il momento nel quale lui stesso deve diventare una stella del firmamento. L’altro faraone dei fornelli è una sua vecchia conoscenza, Simone Giuliani con il quale aveva frequentato la medesima scuola di cucina. Simone ha diverse esperienze tra queste un lungo soggiorno in Australia. Anche lui meritevole di luce nel firmamento. Insieme, lo auguriamo, riusciranno a essere la prima stella della sera, quella che si scorge dopo il tramonto o prima dell’alba.

I piatti sono sorprendentemente chic. La melanzana come manzo, maionese al latte di soia e crumble morbido di mandorle si scioglie in bocca: straordinariamente diverso; il Pane e cipolla riporta ai sapori di un tempo in versione elegante; il Risotto burro acido e anguilla affumicata rasenta la perfezione; Tiramisù con biscotto di Roma crema al mascarpone e polvere di caffè sono solo alcuni schizzi edibili di un mosaico saporito che si ispira alla cucina romana ma va oltre grazie a due cuochi d’eccezione. La sala è confortevole. Gli scaffali occupati da oltre mille etichette sulle quali si può sognare e che possono essere scelte personalmente dal fortunato avventore.

Al di là della location piacevole, del buon vino, dell’ottimo cibo… Si respira umanità, senso del dovere e desiderio di riscatto… Tutto meritato!