Le proposte di Go Wine per la bella stagione

Temperature alte, giornate lunghe, desiderio di afferrare la valigia e fuggire in qualche luogo esotico sorseggiando un cocktail dinnanzi un mare cristallino e un cielo nitido. Qualcuno lo farà, altri, invece, saranno costretti solo a sognarlo. I saggi sostengono che bisogna accontentarsi delle piccole cose, why not? Un calice di vino è concesso a tutti, l’importante è saperlo scegliere e soprattutto condividerlo con le giuste persone.

Go Wine, in questi giorni, ha suggerito i nettari di Bacco da degustare in questa calda stagione, tutti rigorosamente bianchi.

Le Cantine Colosi si distinguono con Secca del Capo (100% Malvasia) dalle nuance luminose, il bouquet estroverso echeggia ananas, mango, buccia di limone. In bocca è deciso, racconta la storia di una regione ancora tutta da scoprire, nella quale le disparate dominazioni hanno lasciato un pezzettino di loro. I suoli vulcanici non deludono mai.

La cantina Mesa a Sant’Anna Arresi nella provincia del Sud Sardegna è da visitare. L’estro di Gavino Sanna si respira e i sorsi sono identificabili come le etichette delle bottiglie. Giunco (Vermentino 100%) rammenta il Purgatorio dantesco già per il nome. Il giunco simbolo di umiltà, presente nel primo canto cresce sulle rive in balia delle onde. La regione è attorniata dal mare e ci insegna che l’uomo deve rimanere legato il più possibile alla natura, rispettandola. Sorso beverino dalla lunga scia sapida da godere in barca o a mezzanotte con gli amici. La medesima cantina battezza Galese generata di vitigni autoctoni. Erbe aromatiche come salvia, rosmarino, menta concedono un piacere fresco, estivo, deciso.

Per gli amanti dei vitigni autoctoni il Pecorello calabrese Bianco di Sale della Fattoria San Francesco è un must per chi non conoscesse quest’uva che desidera le basse temperature, le escursioni termiche, ha una buona tolleranza alle avversità climatiche, la polpa è gradevole e dolciastra. Compagno ideale per le serate calde.

Ancora incerti per la meta estiva? Le Marche sono il luogo ideale, un ottimo rapporto qualità prezzo. Il Bianchello del Matauro è una DOC di Pesaro Urbino che vede come protagonista il Bianchello o Biancame presente nella bottiglia al 95% assieme a un 5% di Malvasia Toscana. Uva poco conosciuta, versatile. L’Azienda Agraria Fiorini 1849 sembra averne percepito l’essenza e il valore. I vini sono una scoperta, la cantina da visitare. Dal sorso base al più blasonato è un’ascesa di sapore, classe e territorialità.

Nella medesima regione il Verdicchio di Montecappone Mirizzi è un campione di emozioni sia nella versione 2011 che nella 2018. Freschezza, mineralità, persistenza agrumata sono presenti in entrambi gli assaggi. Gianluca Utopia riesce sempre a stupire, a offrire una luce maggiore alla Marche. Vibranti, voluttuosamente spensierati. Entrambi i sorsi si lasciano bere rimanendo nei cassetti della memoria.

Chi è amante dell’arte e decide di acquistare non solo un vino ma anche un quadro, le etichette della Cantina Bulgarini di Pozzolengo (Brescia) sono da possedere. Lugana, DOC nata nel 1967 consentita anche nella provincia veronese, dalla multiforme personalità spazia dalla spumantizzazione alla vendemmia tardiva. Area che echeggia la figura immortale di Catullo che probabilmente per sedurre Lesbia avrebbe usufruito anche di questi sorsi. Diverse le etichette… Si passa dalla bomboniera agli schizzi che, involontariamente, rammentano la bandiera ucraina. Si tratta di un’esperienza di colori, profumi, gustosità, carattere… Assaggi eleganti che vanno approfonditi e raccontati ma questa è un’altra storia.