Extré: le bollicine che danno i numeri

Tanti, troppi, i personaggi noti che in epoche diverse hanno dichiarato la loro sensibilità allo Champagne: vino inebriante e voluttuoso.  Maria Antonietta d’Austria era ghiotta di limonata, cioccolata e non poteva sopportare che sulla tavola non fosse servita una coppa del famoso liquido. Si narra che anche Napoleone Bonaparte fosse talmente amante di questo nettare che ne portasse una bottiglia durante le campagne militari. Winston Churchill ne individuò immediatamente le potenzialità, tanto che decise di chiedere al produttore Pol Roger di entrare in affari con lui. Non dimentichiamo la presenza costante delle notissime bubbles nei film di 007, ma probabilmente la dichiarazione più affascinante resta quella della diva per eccellenza Marilyn Monroe che sosteneva di rilassarsi solo ed esclusivamente in una vasca colma di bollicine. Gli americani definirebbero queste pratiche luxurious and extravagant habits.

A renderlo celebre hanno contribuito Dom Pérignon e Madame Veuve Clicquot.

Chi non desidererebbe entrare nella storia dello Champagne?

Sebbene in Italia si producano calici molto interessanti, qualcuno è voluto andare in Francia per tentare un connubio vincente tra l’intuito made in Italy e l’unicità della Champagne: Enrico Mazza e Alessandro Natali, sognatori concreti. I due giovani, guidati dalla propria passione, iniziano a conoscere questa regione, i suoi microclimi, le sue esposizioni, le sue altezze, i suoi suoli per creare XIII bottiglie che permettono di assaggiare aree diverse e viaggiare con i sensi anche dal proprio divano.

Extré is the thirteenth sense, collezione di 13 Cuvée che spaziano dalle nuance preziosamente paglierino per giungere a riflessi color corallo.

Come i generali romani portavano un tralcio di vite nelle loro conquiste, simbolo di occupazione e civilizzazione, ogni bottiglia, sebbene abbia un nome, riporta un numero romano, facilmente memorizzabile e conosciuto già da Singapore a Dubai.

Omen nomen: il nome è un presagio …

È così che l’I, Jeux de Froid (70% Chardonnay, 25% Pinot Noir, 5% Meunier) della Vallée de la Marne è un numero uno che sosta 48 mesi sui lieviti. I riflessi smeraldini lasciano presagire un sorso prezioso, riconoscibile, nel quale lime, sottili note mentolate, miele di sulla, pesca acerba in bocca si amalgamano in un sorso cremoso dalla vivace e avvolgente freschezza in grado di abbinarsi anche a pietanze strutturate e piacevolmente speziate.

Se desiderate far colpo al primo sorso, evitate banali bollicine e ignoti “prosecchini”, Iconique (55% Chardonnay, 45% Pinot Noir), numero XI centra il bersaglio perché beverino, abbinabile dal finale ammandorlato.

Il numero IX, Fleur de Corail sarebbe piaciuto certamente al Sommo Poeta perché multiplo del III e probabilmente anche a Francesco Petrarca che evoca spesso il numero VI, giorno nel quale avrebbe incontrato la sua amata Laura … Il colore vagheggia l’amore, l’eleganza del corallo. Melagrana, ciliegia appena colta, rosa canina stuzzicano il naso e si concretizzano in bocca. Per chi desiderasse un abbinamento insolito e alla portata di tutti ecco la focaccia romana con mortadella appena affettata.

Folie Royale (80% Meunier, 20% Chardonnay) è il IV emblema della concretezza, della tangibilità come è tangibile il suo sapore. Sposo perfetto delle aringhe. Archetti dorati e sinuosi rammentano le colline de la Marne.

Per gli intenditori Clé d’Hiram (100% Pinot Noir) XII generato dalla Montagne de Reims che giace 60 mesi sui lieviti, Zero Dosage e gli schizzi preziosi. Tocca le note del cuore. Emozionante, elegantemente vivace, profondo, intenso … Un sorso che non si vorrebbe mai finisse, per la poliedricità dei profumi sempre in evoluzione.

Mineralità, perlage finissimo e persistente, freschezza e sapidità sono il fil rouge di una carrellata di desideri che si osservano, si ammirano, si annusano e si godono …