L’oro verde di Montecappone

Esistono persone che riescono a lasciare il segno non attraverso gli odierni selfie ma con i loro prodotti, la loro storia familiare, il quid che hanno in più rispetto agli altri. Sì, perché sebbene il nostro Paese sia contradditorio in molti aspetti, disegnato da 20 regioni che parlano disparati dialetti, il nome di una medesima pasta, ad esempio, è differente ovunque. l’Italia non è un’eccellenza ma è l’eccellenza non solo nel patrimonio artistico, molto del quale, sfortunatamente, arricchisce i musei fuori dai nostri confini ma per la biodiversità, l’inuguaglianza dei paesaggi, la difformità dei microclimi che la rende unica anche nella forma: un lungo stivale.
Nell’antichità tre erano le piante divine agli dei che hanno caratterizzato le civiltà dei popoli mediterranei: l’ulivo sacro ad Atena, il fico e la vite care a Dioniso. Di due di questi “santi” doni ne è ambasciatrice l’azienda Montecappone, nota per la devozione per il Verdicchio, vitigno a bacca bianca, al quale ha dedicato una gamma di nettari diversi, preziosi, sensuali; poi il Grenache tutto italiano, predisposto all’invecchiamento dalle nuance rubino e il bouquet che sprigiona sempre nuove emozioni. Infine l’olio, elemento fondamentale per il buon nutrimento, la cui nascita si perde nella notte dei tempi. Amato anche dai Romani che ne diffusero, assieme alla vite, la coltivazione. L’Italia ne produce di eccellenti e Montecappone ne è la testimonianza. Tra le varietà troviamo la Raggia, divulgata proprio nelle Marche, dalla generosa produzione, la polpa piacevole. Nuance verdastre dai richiami luminosi stuzzicano il naso con echi di cardo, foglia di pomodoro, basilico, rosmarino dall’epilogo piacevolmente piccante che avvolge la bocca come una carezza di velluto dalle note ammandorlate. Oppure il Leccino, proveniente nell’area di Jesi, generato da suoli di sabbia e ghiaia, dalle sfumature più brillanti. Salvia, carciofo, rosmarino, buccia di limone invitano a berlo neanche a gustarlo, morbido dal finale lungo che echeggia la bella stagione. Diversi i piatti con i quali si può godere quest’oro verde ma dopo aver condito una buona fetta di pane… Aggiungerei altri due tentativi… Il primo con una fetta di crostata di crema e il secondo con un gelato al cioccolato.
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