Venerdì cocktail di Luky Lucian: Boigin Saffron
Cocktail, super alcolici, drink, mixology … Tanti i termini che circondano l’ambiente del beverage, ma pochi i prodotti di qualità utilizzati dai barman per realizzare il “bicchiere” dei nostri sogni. Come ce ne accorgiamo? Dal giorno successivo… Se abbiamo bevuto la sera e la mattina ci svegliamo con un terribile mal di testa, qualcosa è andato storto. Con un drink ben miscelato e costruito, questo non avviene.
Sovente le bottiglie collocate dietro i banconi attirano lo sguardo per il colore sgargiante, l’etichetta fantasiosa, la forma sinuosa del vetro. Anche l’occhio vuole la sua parte, ma sarebbe il caso di conoscere ciò che andremo a degustare. Spesso i colorati nettari non sono italiani e ora più che mai è necessario consumare tutto ciò che produce il Belpaese.
Tra i produttori di eccellenze spicca Silvio Carta, passato alla storia per aver preservato un vitigno come la Vernaccia, parola di origine accadica (berum, selezionato e naqu, versare) di Oristano. Nettare dalle sfumature oro antico, dal profumo infinito, senza tempo, senza spazio, ma eternamente attuale, dagli spettri ancestrali, proprio come la terra che lo produce. Semplicemente emozionante.
Il suo vezzoso Vermentino, anche questo etimo accadico un po’ più complesso ( ber – min – tinu, albero fruttifero altamente selezionato) anticamente più noto come Brustiano di Corsica, dalle note piacevolmente minerali e l’epilogo sapido è un vino da non perdere.
Altra bottiglia dell’azienda che rispecchia il territorio è il Cannonau dall’Assiro – Babilonese Kannu, germoglio, Na’Um nostro, per cui alberello nostro. Vitigno misterioso. Qualcuno lo considera di origine spagnola, altri autoctono. Profumi e odori mediterranei, stordiscono l’avventore su uno sfondo inconfondibile di lentischio.
Il protagonista della giornata, però, è il luminoso Boigin Saffron, generato dallo zafferano di Sardegna Dop. Pianta preziosa e costosa fin dai tempi antichi. Presente già nella Bibbia e nell’Iliade. Secondo alcune fonti storiche il retore ateniese Isocrate, vissuto nel V sec. a. C. ordinava che ne fossero cosparsi i guanciali della sua essenza prima di recarsi a dormire. Secondo la leggenda il giovane Krocos, innamorato della ninfa Smilace, per gelosia di Ermes fu trasformato in un meraviglioso bulbo per noi ancora oggi molto prezioso.
Il pregiato Boigin Saffron preferisce la solitudine per essere sorseggiato, proprio come i migliori calici da meditazione. Giallo vivace, stuzzica il naso e soprattutto il palato, morbido, avvolgente proprio come l’abbraccio che avrebbero voluto scambiarsi i due amanti.
Versato per voi da Luky Lucian.