I 5 must della Sardegna ( a modo mio )

Recentemente sono stati pubblicati alcuni articoli nei quali si sostiene che il DNA più “italiano” e meno contaminato da altre razze nel nostro Paese sia proprio il sardo. È certo che la longevità degli abitanti di questa isola felice sia nettamente superiore alla media. Se si gironzola per i paesini si scorgono nonnine e nonnini che sembrano più giovani dell’età che hanno. Sarà l’aria? Il mare? Il pecorino? Le coste appaiono meno contaminate del Continente. La vegetazione è fitta, verde, intensa. Il mare riflette il cielo in modo ancora più sfumato e le spiagge sono cristalline. Negli ultimi anni quest’isola, per alcuni la leggendaria Atlantide, produce nettari interessanti, degni di essere scolpiti sulla roccia qualora vi fosse la necessità.

 

Partendo dalla zona del Sulcis si erge una cattedrale nel deserto, imponente, squadrata, appariscente di cinquecento metri quadri su tre livelli. I colori predominanti sono il bianco e il nero. Ampi spazi, trasparenze, arredamento essenziale sono cornice di funzionalità. Creazione del forse più noto pubblicitario italiano Gavino Sanna, ancora oggi socio e fondatore di questa realtà. Mesa, il cui nome in lingua sarda significa tavola, è una realtà di settanta ettari di vigneto nelle località di Su Baroni, Cannigonis e Bentu Estu. Differenti i nettari delle bottiglie, sinuose e vestite di nero come le donne dell’isola. Ondeggiando generano tre linee: Primo, Classica e Selezione… Quest’ultima è un’esplosione di sfumature che variano dal dorato al granato compatto. Pietre preziose come il vermentino Opale, l’appagante e noto Buio Buio, il voluttuoso Brama. Le colonne di Ercole, però, si oltrepassano con Gavino… Il pubblicitario Sanna ha dedicato a lui il cavallo vincente. Il Carignano in purezza è la donnina più seducente della Sardegna. Una speziatura di pepe nero, leggeri chiodi di garofano, coriandolo, poi tabacco, liquirizia, cuoio in bocca si trasformano in arancia sanguinella, prugna disidratata e per poi lasciare spazio al seducente cioccolato al latte. Il nettare non si beve, si gode… Sembra di assistere alla nascita di Voluptas figlia di Amore e Psiche. A offrire la marcia in più all’azienda sono Maria Grazia Arcaini e Stefano Cova, entrambi del nord Italia, naturalizzati nel profondo Sulcis.

 


Dante Alighieri più volte nella Divina Commedia cita le femmine della Barbagia… Chissà se ne ha mai incontrata una. Mamoiada ( Nuoro) ospita numerosi vignaioli, compatti tra loro. Mamojà è un’associazione che nasce nel 2015 e vede come protagonisti produttori e viticultori di zona che mirano a diffondere la conoscenza del territorio e di una realtà entusiasmante. Tra tutti spicca il presidente Francesco Gadinu. Uomo, in apparenza, modesto, dalla forza di animo, la spiccata laboriosità e il senso del dovere. Possiede una linea di vini da far ingelosire anche il più famoso viticultore… I prodotti sono di alta qualità. Il Cannonau in purezza racchiuso in Perdas Longas Riserva è una molteplicità di aromi e sapori locali. Lentischio, cacao, ciliegia matura e succosa lasciano il palato appagato e desideroso di bere ancora e poi ancora… Il vitigno è fortunato e rende felici… Siamo alla quinta generazione di vignaioli con piante di oltre cento anni. Francesco assieme alla moglie ha ereditato dal suocero e dal padre un tesoro inestimabile che spera di lasciare un giorno ai figli.

 


Per gli amanti delle chicche la Malvasia di Bosa è imperdibile. Columbu ne è la maggiore espressione. La DOC è giunta nel 1972. Si trattava di un’uva in grave via di estinzione. Alcune pagine dedicate ai chicchi preziosi sono presenti sull’intramontabile libro di Mario Soldati: Vino al Vino. Poca la quantità e rari i calici. Il nettare ossidativo riserva dai riflessi preziosi eccita le narici tra l’ebrezza della mandorla tostata e pesca matura. Altra versione è la dolce. L’ oro antico Alvarega dalle note di albicocca disidrata, scorza di arancia candita, coriandolo incanterebbe chiunque. Denso, intenso. Perfetto per i cioccolatini fondenti con il pecorino. Oggi a occuparsi della cantina sono Gianmichele Columbu e la splendida sposa Vanna Mazzon che dal Friuli ha trovato la sua nuova patria in quest’isola meravigliosa.

 

Realtà tra le più consolidate della regione è Dettori a Sennori (SS). Etichetta biologica conosciuta in gran parte del mondo. Alessandro, ultimo della generazione a parte i figlioletti, ha avuto delle ottime intuizioni, riscoprendo il giusto modo di realizzare un buon calice. Oggi la famiglia Dettori ha un delizioso agriturismo. Paolo, pater familias, descrive la sua realtà così. “Da ragazzo avevo avuto l’intuizione di imbottigliare il vino, ma il mio babbo non era così evoluto da intuire che i tempi stessero cambiando. Con mio figlio ho avuto un comportamento diverso. L’ho ascoltato. All’inizio non concepivo il motivo dei suoi continui spostamenti, poi ho iniziato a viaggiare anch’io e ho capito. Un tempo all’estero in molti non sapevano neanche dove fosse ubicata la Sardegna. Oggi è diverso, anche noi abbiamo contribuito alla diffusione della conoscenza di un territorio. L’avere un agriturismo non è semplicemente un sistema per far assaggiare le nostre bottiglie, ma un modo per accogliere la gente da diverse parti del mondo e mostrare loro il suolo dove nascono i nettari tanto apprezzati. Credo di essere stato un uomo fortunato. Ho cinque nipoti, due dei quali portano il mio nome, due figli splendidi e una moglie che è una grande lavoratrice. Dissento da alcuni produttori che si lamentano eccessivamente e che dovrebbero pensare che è necessario rimboccarsi le maniche per realizzare qualcosa. Le istituzioni aiutano ben poco”. Uomo determinato, sostiene di essere testardo, è certo di aver trasmesso alla sua prole dei buoni principi.

 


Nettare particolarissimo è Zirone della Cantina Fara. Giorgio, quarta generazione di reali viticultori e membro della congrega del Moscato di Sorso – Sennori, è orgoglioso del suo prodotto come è giusto che sia. Liquido ancestrale, complesso, dalle sfumature impalpabili. Vino IGT Isola dei Nuraghi, ottenuto da uve Girò in purezza con una gradazione alcolica di 18 gradi che neppure si avverte. Strutturato, profondo. La sua unicità è visibile già dal colore rame – aranciato. Giorgio è generoso, radicato nella sua terra e ai suoi valori. Vorrebbe, giustamente, che la sua realtà fosse maggiormente conosciuta. Varie le etichette generate dai vigneti di Sennori e Sorso. L’esuberanza di Ziu Pedro, la piacevolezza di Jolzi, l’incorrutibilità della Malvasia dell’Oro Passito sono le tessere di un puzzle che riporta in epoche remote nelle quali ancora i nipoti ascoltavano i nonni e il focolare domestico aveva ancora un significato.