Milena e il Cavalier Pepe…
Uno dei territori più vocati alla produzione di vino, scoperto più tardi rispetto al resto dello Stivale è certamente l’Irpinia. Suolo vulcanico dotato di un microclima unico che regala escursioni termiche tra il giorno e la notte e fa in modo che le uve acquisiscano aromaticità ed eleganza. Diverse le cantine che negli ultimi anni sono emerse per la capacità di offrire buoni calici, tra loro la Tenuta Cavalier Pepe. A cambiare il destino di generazioni di produttori e venditori di uve è stato Angelo, nominato nel 1998 dall’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, Cavaliere della Repubblica, da qui il nome della tenuta. Oggi ad occuparsi di una realtà che forse per alcuni poteva sembrare un sogno è Milena , figlia di Angelo. La giovane donna, madre di Angelo e Alessandro e moglie di Augusto ha acquisito la passione, l’orgoglio dal padre mentre dalla madre belga il senso del dovere e il fatto di affrontare le difficoltà sempre con il sorriso, consapevole di essere donna e quindi di dover faticare di più per il raggiungimento dei propri obiettivi. Tra i ricordi dell’imprenditrice emerge la necessità di trascorrere i weekend in un ristorante di famiglia mentre i compagni del liceo pensavano a divertirsi. La sua formazione si costruisce in Francia, in Olanda e in Italia. Non si dimostra facile la sopravvivenza tra gli studenti francesi che la soprannominano Barbie per i capelli biondi e gli occhi azzurri. La sua esistenza si alterna tra paesi esteri e cantina, impara quattro lingue. La sua forza? La comunicatività. Milena arriva ovunque senza sforzo, piace così com’è.
La tenuta si estende tra i comuni di Luogosano, S. Angelo all’Esca e Taurasi e occupa una superficie di 50 ettari. Le vigne sono curate dai componenti della famiglia Pepe assieme a esperti del settore. L’altezza delle vigne parte dai 350 e arriva ai 500 metri rispetto il livello del mare.
I vini si distinguono per struttura, acidità, alcolicità e capacità di invecchiamento. I bianchi variano dalla Falanghina Lila, dalla facile abbinabilità, perfetta per gli aperitivi poi si passa al brillante e poco aromatico, ma dalla buona acidità Bianco di Bellona per giungere all’intensità di Grancare (Greco di Tufo 100%), al persistente ed elegante Brancato (Fiano 100%). Numerosi i rossi dal Sanserino (Aglianico 70%, Sangiovese 30%) morbido e beverino in seguito il femminile Terra del Varo (Aglianico 85%, Merlot 15%) . Il nec plus ultra si raggiunge così: Santo Stefano (Aglianico 100%) dalle note speziate e la scia balsamica; il potente ed elegante Opera Mia (Aglianico 100%) rubino intenso che affina in barrique di rovere francese. Liquirizia, curcuma, pepe bianco danzano per regalare una chiusura lunga dai tannini vellutati. Il re? La Loggia del Cavaliere 2011. Il puzzle olfattivo è composto da coriandolo, cumino, pepe nero su uno sfondo di note mentolate, a tratti ciliegie sotto spirito, confettura di amarene, l’epilogo è ammaliante e i tannini setosi.
E’ giunta l’ora di sorseggiare il Cavalier Pepe in tutte le sue declinazioni!