I vini folli e passionali di Chiusa Grande

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Franco D’Eusanio

Più conosciuto come vinosofo o bioinnovatore, attribuzioni donate da un giornalista del Il Sole 24 Ore, un po’ di tempo fa, è Franco D’Eusanio, dottore in Scienze Agrarie che ha deciso di dedicare l’ intera esistenza al vino creandone uno stile, perché di classe si tratta…

Estroso, cerca, attraverso le bottiglie di Chiusa Grande, azienda agricola di sua proprietà, di avvicinare gli avventori alla sensualità del vino. Sostiene che assaggiare il nettare di Bacco  sia un’esperienza sensoriale per cui tutti i sensi vanno coinvolti.

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La sala di degustazione cambia luce, atmosfera e colore in base agli assaggi; un cd con musica jazz è stato realizzato con l’aggiunta di una voce femminile suadente per assaporare meglio il prezioso liquido. Trebbiano, Pecorino, Cococciola, Passerina, Montepulciano sono protagonisti involontari di uno spettacolo teatrale. I sorsi rappresentano, letteralmente, i vitigni di provenienza. Diverse le linee, è un vero e proprio catalogo nel quale ciascuno si specchia nella bottiglia che più lo rappresenta.

Vini dell’Eros, dell’Identità, della Vinosophia, della Follia, sono tutti autentici, qualcuno più drammatico, qualche altro più morbido, altri spigolosi, tutti delineati e studiati con attenzione. Determinati hanno una marcia in più… Per gli amanti dei calici diversi che desiderano ricordare un sorso come un evento, i vini nella pietra sono la chiave d’accesso per la difformità. L’aggettivo arioso è il più vicino alla loro descrizione. In Petra Rosso (Montepulciano 100%) e In Petra Bianco (Trebbiano 100 %) esprimono sensazioni uniche non tanto al naso quanto al palato. Spazi immensi, zone sconfinate, rendono l’uomo libero dal tempo e dallo spazio offrendo una dimensione lontana dalla realtà, mai avvertita prima, il tutto donato dall’utilizzo di vasche rupestri sia per la pigiatura delle uve che per la vinificazione. Con innumerevoli parole si potrebbero descrivere le sensazioni a partire dal vino della passione Perla Nera, ma non sarebbe giusto perché ciascuna bottiglia va accuratamente intesa come se si trattasse di una donna…