Marche da scoprire: La Canosa
Ancora incerta l’origine della parola Marche, forse territorio di confine o terra appartenente a un marchese. È certo che si tratti dell’unica regione italiana dal nome plurale. Suolo di tragitto, noto per l’affascinante fenomeno del carsismo, la produzione di luminosi girasoli, barbabietole da zucchero, per l’artigianato della carta e della fisarmonica, per la presenza di reperti archeologici che testimoniano il passaggio di disparate civiltà, tra le più note quella romana. Raggiunge il massimo splendore, forse, nel periodo dell’età comunale grazie a Federico da Montefeltro e il figlio Guidobaldo che rendono Urbino un centro di cultura umanista. Luogo natio di Raffaello Sanzio e Giacomo Leopardi. È qui che Riccardo, uomo colto dalla spiccata personalità, la favella sciolta e il senso dell’ospitalità assieme alla figlia Alberica decide di realizzare un piccolo sogno, la nascita della tenuta La Canosa, a Rotella (Ascoli Piceno) per generare sorsi chic seducenti e convincenti. Il nome vagheggia un poggio edificato dai monaci Benedettini tra il XII e XIII secolo le cui sembianze ricordano un cane. Nomen omen sostenevano gli antichi, La Canosa produce calici fedeli alle alte aspettative che variano in base alle occasioni e che sorridono al fortunato avventore. Suoli di disparata natura e colore ospitano viti che generano calici minerali, dalla piacevole personalità.
La Passerina, metodo Charmat, spumante Brut 2021 dalle nuance paglierino è un buon aperitivo per bevibilità, freschezza, bouquet estroverso mai invasivo, perfetta per un incontro tra amici che desiderano condividere una seconda bottiglia. Dalla personalità più spiccata Pekò 2021 (Pecorino 100%) dai riflessi smeraldini che richiamano la misticanza, gli spazi aperti, il respiro della terra, un sorso green in tutti i sensi: mette il buon umore. Signator 2018 (Montepulciano 50% e Sangiovese 50%) dal nome “legale” e regale, dagli archetti purpurei e sinuosi è un assaggio che induce alla rivelazione di piccoli segreti. Ciliegia, pepe nero, prugna, sbuffi di vaniglia solleticano le narici per concedere un assaggio piacevole e vivace. Tannini laccati lasciano il palato piacevolmente nitido. Il finale richiama la frutta a bacca rossa. Rovetì (Merlot 100%) 2016 è una bella donna che indossa guanti vellutati e decide lei stessa da chi lasciarli sfilare. Un profumo intenso di ribes, uva spina, more, gelso su polvere di cioccolato e rosa rossa, non delude. Corrispondenza tra naso e bocca dal finale di amarena. Nummaria 2017 (Montepulciano 70%, Sangiovese 25%, Cabernet Sauvignon 5%) è un fuoriclasse. Un rosso rubino intenso invita all’assaggio. Coriandolo, chiodi di garofano, polvere di caffè, scatola di tabacco sono alcuni sentori di un sorso ampio, coinvolgente che testimonia l’attenzione che la cantina pone a tutte le sue creature. L’assaggio è sensuale, carnoso, voluttuoso. Abbinabile alla selvaggina, ai tortelli ripieni ma se gustato come unico protagonista è ancora più memorabile.
È la forza degli antenati che rivivono in questi calici, la modernità di nonna Costanza che chiamava il nipote Riccardo, ancora piccolo, a recarsi in cantina per scegliere la giusta bottiglia da offrire agli ospiti. Sono le idee di Riccardo a regalare emozioni e la freschezza di Alberica che con forza e determinazione porta avanti un progetto dal futuro roseo in una regione, per molti, ancora sconosciuta ma che ha ancora molto da scoprire.



