Assaggi di Cantele

Ci sono terre che lasciano il segno, ti colpiscono il cuore. Paesaggi, sfumature di colori, sapori, odori… Ti ipnotizzano, non se ne puoi fare più a meno. La Puglia ne è un esempio. La pizzica salentina ti “avvelena”, poi ti fa girare la testa, trasformandoti in una baccante, in preda all’istinto. I vini Cantele sono piacevolmente istintivi e molto chic. Raccontano un territorio per anni oscurato da se stesso. Esigui gli imprenditori che hanno creduto nelle proprie potenzialità. Oggi la “terra priva di pioggia” è assetata di fama, desidera essere conosciuta, corteggiata visitata e soprattutto assaporata. I calici Cantele sono succosi, acchiappano l’avventore attraverso la trasparenza del vetro, si abbandonano, concedendosi. Il Susumaniello, vitigno a bacca rossa per lungo tempo sottovalutato, si lascia degustare in tutta la sua opulenza. Un rubino compatto, rammenta le labbra carnose femminili, quelle che vorresti avvertire, per poi mordere. Ciliegia, mora, pepe nero, cumino, danzano su un prato di violette. L’assaggio è snello nella sua ricchezza. La Malvasia inebria, è estroversa. Miele di acacia, fiori gialli, frutti solari e sugosi dalle leggiadre nuance erbacce creano dipendenza. Lo Chardonnay, è nuovo mai banale. Note di crema di limone, di burro spalmabile, di crosta di pane sono seduttive… Si va oltre con l’immaginazione per cadere nel peccato. Onde avvolgenti per le quali essere un naufrago è un piacere.

Un viaggio tra cultura e appagamento che rafforza la convinzione che, ancora oggi, l’Italia è tutta da scoprire.