L’orchestra di Termine Grosso
Se Dante Alighieri intitola un suo trattato Convivio, un misto tra prosa e versi, in lingua volgare, per offrire vivande anche ai non dotti, dimostra che il nutrimento del corpo e dello spirito siano fondamentali per una sana società.
Pochi i personaggi noti di ieri e di oggi che non si lasciano tentare da un buon calice divino. In primis il ciclope Polifemo che, abbagliato dal nettare scuro così dolce offerto da Ulisse, perde l’unico occhio…
Non tutti, però, sono a conoscenza del fatto che i banchetti dell’alta società mafiosa siano stati produttivi per i loro affari… Si sa, il buon cibo rallegra e il buon vino rende più sciolta la favella. Ostriche e Champagne serviti nei più costosi ristoranti confermano la necessità di ostentazione dei boss e poi ci sono le prelibatezze che non si potrebbero mangiare come i ghiri, dei quali è proibita la caccia, che attraggono perché rendono potenti…
Chi non desidera, in questo momento di Covid, poter imbandire una tavola con tanta gente, scherzare, desinare, bere in abbondanza senza pensare ad altro?
Lo si può solo immaginare, ma intento il nettare di Bacco e l’amicizia riscaldano il cuore.
Proprio ieri sera disquisivo, via wa, con una cara amica su un vino che ho deciso di condividere con lei… Donnanò 2018. Avevo già scritto di questo nettare che convince per la brillantezza del colore, seduce per la generosità del bouquet e ammalia per la buona acidità, l’appagante epilogo che invita a un sorso successivo, non rendendosi conto che la bottiglia è già finita. Termine Grosso resta una certezza calabrese. Antonio e Patrizia hanno la facoltà di ascoltare la terra, raccoglierne i frutti e far suonare i calici con sinfonie diverse. Luna Piena rosato (Gaglioppo 100%) è un pianoforte che rende indimenticabili i musicisti che ne accarezzano i tasti; JKP (Pecorello 100%) una batteria che adora essere suonata dai giovani; Gocce di Frisio (Gaglioppo 80% e Merlot 20%) è un timpano, ogni sorso un “colpo” diverso; Giglio Nero ( Gaglioppo 90% Cabernet Sauvignon 10%) un vibrafono, ogni parte del nostro corpo ne resta colpita; Don Fabrizio (Gaglioppo 100%) un flauto, sembra facile l’approccio, ma non è così scontato; Donnanò (Greco bianco, Pecorello e Zibibbo) una chitarra perché accoglie chiunque come se si ci trovasse intorno a un falò, ma sceglie lei da chi vuole che le sue corde siano accarezzate… Ognuna un suono diverso, unica come i vitigni che si assemblano in questa bottiglia chic… Per poi diventare lo strumento di Eric Clapton…