Il vino del cuore: Hoffranzen Riesling Auslese 1996

“Chi guarda un vero amico, in realtà, è come se si guardasse in uno specchio”.  È così che l’oratore più noto della Roma antica, Marco Tullio Cicerone, tratteggia un sentimento tanto bramato dagli uomini ma non sempre rispettato: l’amicizia. In molti se ne riempiono la bocca, ma non ne sono degni. Sostengono di essere stati traditi più di una volta, ma non si identificano mai come ingannatori. È difficile incontrare l’amicizia a una certa età… Alcuni incontri li portiamo nel cuore per una vita e la maggior parte di loro la conosciamo quando siamo in tenera età…

Il calice di oggi è un Riesling Auslese (selezione di acini più maturi) Hoffrazen Mehringer Zellerberg 1996… Sfumature di oro quasi antico, note di cherosene, pesca gialla, sbuffi di artemisia, agrumi su una vibrante mineralità. In bocca accenni agrumati concedono un finale lungo dalle nuance quasi di uva sultanina, mai stucchevoli, contrastato da guizzi di pompelmo. Un sorso equilibrato che non si smetterebbe mai di assaporare… Vivace l’acidità.

La storia vitivinicola tedesca nasce grazie ai Romani. I generali erano soliti portare un tralcio di vite quando occupavano un territorio, non solo come simbolo di conquista ma di civilizzazione dei luoghi. A loro è da attribuire il merito di aver intuito le potenzialità del suolo intorno la Mosella. Triviri funge per anni da deposito per il commercio dei vini romani nelle province britanniche. A continuare questo politica contribuiscono anche Carlo Magno e nel XII secolo i monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna. Parabolica la situazione vitivinicola della Germania, colpita anch’essa dalla fillossera, ma negli ultimi anni sembra essersi ripresa. I grappoli che crescono sulle sponde della Mosella hanno il privilegio di essere baciati dal sole per straordinaria esposizione e unicità del microclima, i suoli sono di calcare conchilifero. L’ardesia regna sovrana blue, rossa, grigia nera e i calici varino in base alla provenienza…