La preziosità di Soré…

 

Fiocco rosa per la famiglia Cotarella che aggiunge alla sua collezione una new entry nata sotto il segno dei gemelli. Non poteva essere diversamente poiché si tratta di una bottiglia disinvolta per la sua presenza, duttile per l’abbinamento ai cibi, fantasiosa per l’abito e un poco civettuola per il colore. Il Merlot, scommessa dell’enologo Riccardo Cotarella, sembra essersi ben ambientato sui suoli di Castiglione in Teverina (Viterbo) per lasciare spazio, in piccola quantità, all’affascinante Aleatico, vitigno a bacca rossa semi aromatico che, secondo la tradizione, allietò Napoleone Bonaparte durante il suo esilio all’Isola d’Elba. Una bottiglia che è tutto un programma non solo per la bellezza del rosa cangiante che la contraddistingue, gli archetti aggraziati che preannunciano un sorso particolarmente seducente, il bouquet delicatamente deciso emana sentori di melagrana, fragoline di bosco, lamponi, fiore di pesco. In bocca sembra di addentare una prugna appena colta, si avverte la polposità del frutto che si trasforma in gradevolissima acidità spalleggiata da una buona sapidità dal lungo epilogo che lascia il palato pulito mai soddisfatto perché desideroso di un altro assaggio.

Per anni alle Cotarella sisters è stata rivolta la domanda a quale bottiglia ciascuna di loro fosse particolarmente legata e ognuna offriva una risposta diversa, ora tutte e tre possiedono un calice che le rappresenti dal nome Soré. Sorelle di giochi, di pianti, di primi amori. Sorelle sul lavoro, nelle incertezze, nei segreti inconfessabili e sebbene cresciute insieme, profondamente diverse. L’estro di Enrica, sempre alla ricerca di nuove emozioni, talvolta naufraga, che trova l’approdo sicuro nell’arte e che dimostra la sua creatività anche nel vestire l’involucro di Soré: tre camelie dalle diverse dimensioni apparentemente delicate ma profondamente tenaci dai colori dominanti del rosa e della carta da zucchero che rievoca il fratello maggiore Montiano. La delicatezza delle tre S quasi bassorilievi sulla base della capsula argentea terminate con i rispettivi nomi di Dominga, Enrica e Marta… Il liquido prezioso generato in parte da suoli vulcanici come Dominga, eredita nel gusto la fermezza di Marta.

Tenere tra le mani la bottiglia è un privilegio poiché realizzata con amore e professionalità. Altro genitore della new entry è l’enologo Pier Paolo Chiasso, ormai colonna portante della realtà Cotarella.

Se questa bottiglia dovesse essere un’opera d’arte non esisterebbe quadro più calzante della Signora con ventaglio dipinta nel 1917 da Gustav Klimt. La donna avanza a passo cadenzato su uno sfondo pregiato con una spalla sensualmente scoperta, lo sguardo luminoso e le gote arrossate quasi come soddisfatta da un amplesso generato da un sorso di Soré…