Le Sughere, l’Elba e i calici parlanti
Tra le isole più affascinati del lungo Stivale emerge l’Elba passata alla storia non solo per le sue bellezze naturali ma anche per aver ospitato Napoleone Bonaparte durante lo storico esilio dei 100 giorni. Ogni strada parla di lui come se il suo spirito aleggiasse tra le viuzze. La sua immortale personalità arreda i negozi, affascina i turisti, rallegra gli animi. Si dice che, durante il suo forzato soggiorno, uno dei pochi momenti che lo rallegrasse fosse la vista di alcune vigne di Aleatico.
Diverse le cantine presenti in quest’area, in antichità, abitata da contadini, marinai e minatori. I suoli copiosi di minerali come ferro e manganese, le vigne baciate dal sole e sfiorate dal vento, alcune di queste immerse nel bosco, in quella macchia mediterranea che regala agli acini profumi intensi e inimitabili.
Tra le cantine locali spicca l’azienda agricola Le Sughere sul Monte Fico. Le bottiglie possiedono una spiccata personalità, ognuna emana sbuffi di storia. Il Vermentino anche in versione bollicine; il Sangiovese potente e austero, l’Ansonica presente anche in Sicilia (Inzolia) e nell’isola del Giglio veste un abito luminoso dalle sfumature di un leggero paglierino, in bocca è sapido, lungo, intenso, abbinabile alle pietanze locali, allo stoccafisso. Il tradizionale Procanico, in antichità posseduto dal contadino anche in un solo filare, oggi racconta storie poco conosciute in una veste più elegante grazie a una lavorazione attenta, motivata dalla passione. Indossa un abito solare dai riflessi seducenti, violacei. Il leader resta l’Aleatico, per la sua storia ancora avvolta dal mistero, per il suo essere considerato autoctono, per la raccolta in agosto e la presenza di acini adagiati con attenzione su cassettine e il naturale appassimento. Un passito rosso, mai stucchevole, delicatamente dolce che ha sedotto generazioni di persone e che resta ancora oggi un aedo in grado di raccontare aneddoti, vicende, episodi ancora dal sapore ancestrale e terribilmente immortale.