W i sommelier!
A poche ore dalla conclusione del Vinoforum 2015, si tende a tirare le somme nel contare il numero degli avventori, nel ricordare quale chef abbia più colpito, quale calice abbia maggiormente carpito i sensi, quante bottiglie siano state stappate ma … Chi ha tirato via il tappo? Come lo ha fatto? I sommelier. Il termine è già presente nella lingua italiana dal 1299 sebbene la figura sia più antica, una fra tutte il simposiarca. Chi sono, oggi, gli assaggiatori di vino? Perché decidono di ricoprire questo ruolo? Non potevo fare a meno che gironzolare in mezzo a loro proprio durante una delle affollate serate della manifestazione della Capitale. Personalità forti, caratteri differenti, età diverse, tutti accomunati dalla medesima passione: il vino ed in modo particolare dall’intuizione che il nettare di Bacco sia il più grande mezzo di comunicazione, il tramite tra le diverse culture e perché no il prezioso liquido che concede qualche istante di ebrezza e talvolta spensieratezza. Emma Salati con un’espressione di commozione torna indietro nel tempo e svela: “ Ho deciso di regalare a me stessa il corso da sommelier, forse, per ricordare mio nonno che produceva vino. Mi sedevo sulle sue ginocchia e desideravo afferrare i bicchieri lasciati sul tavolo per annusarli, assaggiare e giudicare. Poco più che ventenne già prendevo appunti annotando le mie sensazioni, le emozioni, i bouquet che sprigionavano”. La deliziosa Sara Tosti, invece, è proiettata al futuro: “ Mi piacerebbe rendere la mia passione un mestiere. Lavorare in questi giorni al Vinoforum mi ha offerto la possibilità di conoscere, parlare, confrontarmi sul vino ma specialmente arricchirmi. Ho appreso una serie di nozioni su alcuni vitigni autoctoni della Corsica a me sconosciuti e li ho assaggiati”. Stesso obiettivo ha la sommelier dallo sguardo indimenticabile Francesca Laghi: “Il mio sogno? Lavorare in un ristorante nel quale io finalmente possa trasmettere i significati del vino, consigliare gli abbinamenti giusti col cibo, collaborare con i clienti. Ad esempio, in questa manifestazione, conduco a degustare la tenuta De Angelis e la cantina Velenosi , entrambe propongono una Passerina spumantizzata. Mi piace raccontarla perché si tratta di una novità perfetta per i fritti, i consumatori ne vanno matti”. Fausta Ammirati aggiunge: “Il vero sommelier è colui il quale conosce la bottiglia. Intuisce tutto il lavoro che c’è per creare il prodotto e lo racconta ai fortunati che possono abbeverarsi”. Manuele Petri non solo lo versa ma scrive anche sullo stuzzicante liquido : “ Mi aggrada leggere e trattare di vino. Spesso, però, trovo alcuni giornalisti eccessivi. Segnalano dei sentori, oserei dire, forzati, eccedenti non perché li avvertano sul serio ma perché tentano di stupire i lettori. Ne esistono altri, invece, che entrano nelle bottiglie narrandole e trasmettendole perché ne conoscono la storia ed il significato. Mi lascio travolgere da questi poiché mi permettono di sognare”. Giovanni Grasso descrive con entusiasmo la cantina Castello Banfi che rappresenta ma stigmatizza l’approccio di alcuni giovani all’alcol: “ Spesso i ragazzi si fiondano ai banchi d’assaggio senza alcuna preparazione e chiedono immediatamente di poter sorseggiare il vino più alcolico senza capirne i sentori o le qualità. Necessiterebbero di un’educazione al vino. Si parla spesso di formazione del vino ma è davvero poco diffusa. Il sommelier deve anche acculturare i consumatori consigliando cosa bere e come bere”. “ Gli avventori di queste manifestazioni si dividono in due categorie, alcuni giungono sempre tardi, piace loro stare tra la gente per guardare ed essere guardati, tengono il calice in mano privi di consapevolezza. Gli appassionati, al contrario, arrivano presto per degustare, spinti da un senso di curiositas. La destrezza del sommelier si evince specialmente durante le cene, quando si verificano gli abbinamenti tra vini e portate diverse. Il nostro lavoro consiste nel controllare non solo i ritmi del servizio perfetto ma nell’osservare i volti della gente e capirne i sentimenti. Quando tutti sorridono è buon segno”. Così descrive la sua funzione Duilio Papetti.
Ogni merito resta nascosto se la fama non lo divulga in lungo e in largo (Publilio Siro). Non ho trovato citazione più calzante nel dedicare un piccolo spazio alle virtù del sommelier.