Calabria straordinaria

Ancora incerta l’etimologia della parola Calabria. In origine si riferiva alla penisola salentina; probabile il nesso greco con καλός (bello), anche nel senso di fertile, significato che nel Medioevo slittò a identificare l’attuale regione, sostituendo il termine Bruttium, terra dei Bruzi, antico popolo italico. Non tutti sanno che il nome Italia proviene proprio da qui. Secondo una leggenda, Italo sarebbe stato il re degli Enotri, l’uomo che trasformò la popolazione da nomade ad agricola e da lui deriverebbe l’appellativo con cui oggi è noto il lungo Stivale.

Terra generosa, a tratti incontaminata e spesso meno conosciuta di quanto meriti, la Calabria vanta una quantità di vitigni unica al mondo. Il clima prevalentemente mediterraneo, più fresco nelle aree interne e con forti escursioni termiche, unito alla ricchezza dei suoli, permette una maturazione delle uve già apprezzata nell’antichità. Si ritiene che il Sangiovese abbia avuto origine proprio sulla costa ionica della regione, per poi migrare verso nord e divenire centrale nella tradizione toscana. Ma è in Calabria che questo vitigno, unito al Mantonico, ha dato vita al Gaglioppo, uva a bacca rossa oggi considerata la vera principessa della regione e base dell’unica recente DOCG. Il suo nome, sempre di origine greca, significherebbe “bel piede”.

Il Mantonico, invece, era il vino dei profeti dell’antica Locri Epizefiri, di cui si abbeveravano prima di esprimere responsi, ne sono ancora apprezzate le versioni secche e passite. Nell’area del cosentino emerge il Magliocco – il cui nome significherebbe “dolcissimo nodo” –, caratterizzato da un colore più scuro rispetto al Gaglioppo e da aromi fruttati e floreali. Il Greco, nelle sue declinazioni bianca e nera, aggiunge ulteriori sfumature al patrimonio regionale, mentre il Pecorello – da non confondere con il Pecorino dell’Italia centrale – offre mineralità, sapidità e, nelle espressioni più riuscite, sorprendente longevità. Per gli amanti del dolce, i Greco di Bianco e il Moscato di Saracena regalano emozioni indelebili: il primo con note di albicocca disidratata, bergamotto e zenzero caramellato; il secondo con sentori di dattero, miele d’acacia e curcuma. Un autentico viaggio verso l’Olimpo.

Questa ricchezza viticola è il cuore delle iniziative che caratterizzeranno il 2026, anno in cui la Calabria conferma la sua presenza al ProWein, appuntamento ormai imprescindibile e riflesso di una crescente sintonia con il mercato tedesco. Un rapporto favorito anche da una ristorazione di qualità che riconosce nelle etichette calabresi valore, identità e unicità.

La Germania rappresenta solo una delle tappe di un articolato ciclo di eventi e attività con cui la Regione Calabria accompagnerà la promozione del settore vinicolo per tutto l’anno. È infatti previsto un ampliamento dello spazio dedicato ai vini calabresi nell’ambito di Wine Paris, a conferma della volontà di presidiare i mercati internazionali più strategici.

Un calendario particolarmente ricco caratterizzerà anche la presenza della regione al Vinitaly, con degustazioni, focus e incontri face to face con giornalisti italiani e internazionali. Si consolida inoltre la collaborazione con la manifestazione scaligera grazie alla terza edizione di Vinitaly and the City, che tornerà a Sibari alla fine di luglio.

In questo percorso si inseriscono anche gli eventi diffusi sul territorio. Sarà il comune di Cirò a ospitare il Merano WineFestival, dal 6 all’8 giugno 2026, offrendo l’occasione di incontrare da vicino luoghi, vitigni e protagonisti di questo straordinario patrimonio enologico. Sempre Cirò accoglierà, a fine marzo, la Sessione Rosé del Concours Mondial de Bruxelles, che riunirà decine di operatori internazionali, confermando una partnership ormai storica.

L’attenzione all’incoming è ulteriormente testimoniata dai press tour in fase di definizione, pensati per permettere alla stampa italiana e straniera di vivere esperienze dirette in quella che sempre più viene riconosciuta come “Calabria Straordinaria”: un territorio che custodisce storia, cultura e un patrimonio vitivinicolo capace di parlare al mondo.