Molise da bere: la rivoluzione gentile di Claudio Cipressi

Negli ultimi decenni, studiando il trasferimento delle civiltà da una zona all’altra, è emerso che, assieme agli individui, si spostassero anche le barbatelle. Un modo per rimanere legati alla madrepatria, proprio come fecero i Greci con i templi e, più tardi, gli emigrati, innalzando monumenti o intitolando strade a personaggi a loro familiari e ai luoghi natii.

Ancora incerta l’origine dell’uva Tintilia, regina della regione molisana, per anni confusa con il Bovale sardo, con cui le varietà iberiche risultano imparentate. Resistente al freddo, sensibile al mal dell’esca, adatta all’invecchiamento e supportata da una buona acidità, dà vita alla DOC “Tintilia del Molise”.

Negli ultimi anni, nella regione, gli stessi produttori ne percepiscono sempre più il valore, creando ognuno una propria versione. Chi l’ha resa distinguibile e diafana è Claudio Cipressi, dell’omonima cantina a San Felice del Molise (Campobasso).

Di bell’aspetto, occhi chiari, favella sciolta e personalità spiccata, da alcuni anni è accompagnato da Rachele: chioma riccia come Circe, sguardo intenso, bellezza palpabile ed estrema dolcezza. I due sembrano aver trovato una propria dimensione in una moderna e spaziosa cantina immersa nel verde, arricchita da una cucina a vista, dove è possibile organizzare eventi.

Claudio ha creato una linea di nettari moderni e loquaci, in grado di trasmettere il territorio con eleganza. I sorsi, nella loro leggerezza, sono estremamente intensi. Quando li si assaggia, sembra di camminare su una fune: non bisogna guardare in basso, perché si perde l’equilibrio. Meglio chiudere gli occhi e lasciarsi andare, seguendo la corda sotto i piedi.


🍷 LE ETICHETTE

Settevigne Falanghina Terre degli Osci 2024, dai riflessi smeraldini, presenta una perfetta corrispondenza tra naso e bocca. Pesca, lime, citronella si materializzano attraverso una freschezza brillante. Perfetto per la stagione estiva. Echeggia la “Tomba del Tuffatore”, reperto archeologico di Paestum ancora avvolto dal mistero.

Le Scoste DOP Molise Trebbiano 2024, dalle nuance paglierino, è un carillon che lentamente libera i suoi suoni. Pesca gialla, susina, fieno: l’assaggio è nitido, l’epilogo sapido. Un nettare che ancora va raccontato. Uno dei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello.

Nonbermi Tintilia del Molise Rosato DOP 2024 è un ossimoro: si beve celermente. Una pettegola, perché a lei si confida tutto. Color pesca rosa scuro, rosa e piccoli frutti rossi stuzzicano le narici. Perfetta come incipit di una serata.

Collequinto Tintilia Rosato 2024 possiede nuance più scure e un sapore più deciso: lampone, fragola, melagrana. Ha l’energica sensualità de “La Goulue arrivant au Moulin Rouge” di Henri de Toulouse-Lautrec. Una gonna sollevata indossata da una donna espressiva.

Settevigne Tintilia del Molise Rosso 2018, rosso penetrabile, disegna rilievi molisani nel calice. Dotato di corpo, colpisce per la luminosità, emanando sentori eterei e terziari. Il sorso è paradisiaco.

Macchiarossa Tintilia del Molise DOP 2019, dall’unghia quasi purpurea, è un atto peccaminoso. Dopo averlo assaggiato, bisogna confessarsi. I sette vizi capitali in una goccia: tra i principali gola, lussuria, superbia.

Tintilia del Molise DOP 66 2019, rosso intenso dai bordi granato, offre un bouquet di foglia di tabacco, liquirizia, amarena sotto spirito, su un tappeto balsamico. Regala un assaggio importante, degno di un uomo in frac.

La Grappa di Tintilia Macchiarossa è un inno alla gioia.
Un viaggio nel futuro, dove la conoscenza del passato vola nello spazio.