Domeniile Averesti: sorsi di piacere

Troppo spesso nei confronti della Romania, da parte dell’italiano medio, c’è una chiusura e una sorta di snobismo. In realtà la storia, specialmente la romana, testimonia una lunga affinità con il lungo Stivale. Nota come Dacia, l’attuale nome deriverebbe dall’aggettivo latino romanus poiché proprio in queste terre erano presenti numerosi discendenti dei Romani grazie alla presenza dei coloni. Proprio qui è ambientato il romanzo epistolare Dracula dalle tinte fosche, gotiche e noir. Di sovente si dimenticano i natali degli inventori dell’insulina Nicolae Paulescu e del motore a getto moderno di Henri Coanda; che lì è presente il secondo ghiacciaio sottoterra più grande d’Europa, lo Scarisoara, ubicato giù le Montagne di Bihor; che la lingua è romanza come altre in Europa; che Bucarest ospita il Palazzo del Parlamento, secondo edificio amministrativo più grande del mondo dopo il Pentagono; che ospita sorgenti minerali e termali già dall’antichità. Un tempo zona vitata. La viticoltura probabilmente si è persa a causa delle disparate invasione e dominazioni. Negli ultimi anni, però, molti sono i premi conferiti ad alcune aziende. Il nobile Stefan Negruzzi, “addetto ai lavori”, fu il primo a carpire le potenzialità di Averesti coadiuvato da sistemi, per l’epoca, moderni. Proprio qui si erge la cantina Domeniile Averesti dal clima fresco e il suolo produttivo. Presenti vitigni autoctoni e internazionali che occupano 650 ettari da sogno. Alla direzione dell’export è il vivace e capace Rares Vasile Florea mentre a diffondere la realtà in Italia è il siciliano e loquace Carmelo Sgandurra. In occasione di Itinere 2024 è stato possibile assaggiarne i calici.

Vitigni semi aromatici che stupiscono in disparate sfumature.

Zghihara 2023 dal paglierino luminoso acchiappa l’olfatto lasciandoci dondolare ancora dalla bella stagione. Un’amaca di mandarino, ananas, mango con lo sguardo rivolto alla menta e al timo. Sapore fresco, dirompente personalità. Si vorrebbe cavalcare più spesso quest’onda anomala.

Busuioacă 2023 è una sorpresa confezionata da un nastro rosa chiarissimo. Pompelmo rosa, ciliegia acerba, lampone. In bocca acidità e tanto sapore. Un inno alla gioia.

Busuioacă 2023 vinificata in bianco è un’altra scoperta, gemella diversa del piacere. Lime, camomilla, cedro su sbuffi di caramello regalano epilogo gradevolmente salato. Da leccarsi i baffi, dissetante e interessante.

 Busuioacă 2013 indossa un abito più rosato che lascia intravedere maggiori rotondità. Pesca, fragola che si trasforma in big babol da annusare, assaggiare e godere. Zucchero filato, caramella ai frutti di bosco. Uno scacco matto per i neofiti.

Featesca 2022 dal rubino intenso e impenetrabile concede sentori di ciliegia matura, marmellata di piccoli frutti rossi, a tratti smalto, leggermente ematico e ferroso. Ricco in bocca. Tannini morbidi.

Una carrellata per niente banale che dimostra che la concorrenza con i calici più noti diventa sempre più interessante.