Omaggio ad Angelo e Milena Pepe
Angelo Pepe è l’emblema di chi ce l’ha fatta, di chi è andato all’estero non dimenticando mai le proprie origini, desiderando di realizzare qualcosa di grande, di conoscibile, noto. Così va in Belgio, si sposa e crea una catena di ristoranti per poi tornare nella sua Irpinia per dedicarsi alla campagna, al vino… Perché è il nettare di Bacco che rende immortali. Sebbene Angelo ci abbia lasciati recentemente, a condurre l’azienda c’è la figlia Milena. L’anima del padre vibra ancora nelle bottiglie. La giovane donna è solare, positiva, costruttiva, produttiva, erede di un impegnativo testimone conosciuto come Tenuta Cavalier Pepe … Certo perché Angelo è anche insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 1998 per meriti lavorativi da Oscar Luigi Scalfaro. Infatti per raggiungere un obiettivo si lavora e si crede… Così si tagliano i traguardi che si trasformano in idilli.
I sorsi, parlano, raccontano, avvolgono i sensi in modo delicatamente deciso… Così si parte da un vezzoso Oro spumante (Fiano, Coda di Volpe, Falanghina) dal paglierino luminoso che sprigiona sentori di melone, crosta di pane, lime lasciandosi godere velocemente. Estremamente beverino. È Selene alla quale ci si rivolge con estrema sincerità.
Refiano 2023 (Fiano) che affina sulle proprie fecce e poi nel vetro. Pesca acerba, miele di sulla, epilogo ammandorlato. Fresco e generoso, cantato da Dameta e Dafini.
Nestor 2023 (Greco) susina, limone, cedro, un’onda anomala di acidità e sapidità che regalano un viaggio in equilibrio su un surf, una gara tra Comata e Lacone.
Vigna Santa Vera 2023 (Falanghina) è un viaggio in paesi esotici. Buccia d’arancia, mapo, ananas, buona freschezza descritto dalla leggendaria Saffo.
Brancato 2022 (Fiano) generato da suoli vulcanici, la sua fermentazione si suddivide in barrique di rovere francese e acciaio. Paglierino dai riflessi più preziosi regala una profonda mineralità, sbuffi fumé, citronella, eucalipto. Polifemo canta la sua amata ninfa Galatea.
Vela Vento Vulcano 2023 (Aglianico) rosato che echeggia melagrana, lychee, piccole fragole selvatiche, rosa canina. La sua apparente femminilità in bocca si trasforma in una galoppante amazzone. Epilogo lungo e persistente.
Appio 2018 (Aglianico) subisce l’affinamento per 24 mesi in anfora e una piccola parte in barrique per poi continuarlo per altri 24 mesi in bottiglia. Un soldato aitante che indossa un’armatura rubino. Pepe nero, ciliegia sotto spirito, note ferrose preannunciano un sapore di arancia sanguinella. Tannini vibranti. È Eracle che da bambino uccide i due serpenti inviati da Era.
Santo Stefano 2019 (Aglianico) affina in barrique di rovere francese per 12 mesi e per 24 mesi in vasche di cemento per poi riposare in bottiglia per almeno 6 mesi. Profumo opulento, cioccolato, vaniglia. Tannini morbidi e godibili. Foglie di tabacco, da accompagnare a un buon sigaro. Buceo e Milone scoprono le loro anime.
Terra di Varo 2019 (Aglianico 85%, Merlot 15%) dal rubino chiarissimo tendente al granato concede aromi di prugna, smalto, humus, un uomo affascinate che si lascia scoprire con il tempo. Simposio agreste rappresentato dal pastore Licida.
Notevole Chicco d’oro (Fiano)… Di nome e di fatto. Un passito dal giallo dorato intenso dal futuro lungo e prospero. Albicocca disidratata, noce, crema al limone, chiodi di garofano. Piacevolmente sorprendente… Se ne berrebbero cascate. Castore e Polluce simboli di coraggio e lealtà.
Teocrito amante del gusto e delle piccole cose se ne sarebbe, certamente, innamorato.
