Il futuro roseo di Podere Vito Cardinali

Sebbene le Marche producano interessanti nettari la storia vitivinicola regionale è relativamente recente. Informazioni attendibili risalgono al X – IX sec.a.C. grazie alla civiltà picena che deve aver avuto scambi con popoli provenienti dalla Dalmazia attraverso il mare Adriatico e altri commerciali con le popolazioni etrusche dalle quali apprende tecniche di viticoltura. Interessante la scoperta archeologica nell’area di Matelica dove tra gli oggetti del defunto, certamente benestante, è rinvenuto un bacile contenente vinaccioli di Vitis vinifera risalenti all’VIII sec. a.C. Tra i noti estimatori della “bevanda” locale Plinio che parla di “Petruziano” e definisce la zona copiosa di vini e di viveri destinati alle legioni romane; Apicio, antico gastronomo, di “Anconetanum” prodotto da uve delle Elvole.  Nel 1826 anche il recanatese Giacomo Leopardi in una lettera destinata al padre, in un periodo nel quale viveva a Bologna, sostiene la superiorità dei sorsi della sua terra d’origine rispetto quelli prodotti nella zona ospitante ma l’incapacità dei produttori a capirne le potenzialità e a crearne un giusto mercato. Oggi la regione vanta 5 DOCG e 15 DOC.

Tra le aziende da degustare emerge il Podere Vito Cardinali a Morro d’Alba (Ancona). Cento ettari dedicati alla coltivazione di vigneti attorniati da uliveti e frutteti. Incastonata tra la costa adriatica, la spiaggia di Senigallia e la cittadina di Jesi. Le colline sono uno scenario straordinario architettato dalla natura. Due le bottiglie che irretiscono gli avventori, quasi come se si trattasse di due sirene che incantano con il loro melodia.

Vito Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2023 generato da uve provenienti dall’area di sant’Amico che raggiungono i 200 metri s.l.m. di coltivazione biologica. Il nettare sosta in acciaio sulle fecce fini per circa 6 mesi. Un paglierino prezioso tinteggia il calice lasciando che il fortunato avventore si immerga in un’altra dimensione. Susina gialla, lime, mentuccia, salvia, nespola, acacia in bocca si trasformano in mango acerbo dalla buona acidità e la lunga scia salina. Epilogo cedrino. Adatto alla bella stagione, alle gite in barca, alle lunghe chiacchierate e perfetto per chi adora la compagnia.

Costa Lisano Marche rosso IGT 2023 (Lacrima 100%) prende il nome dall’omonimo e vicino torrente in cui si mischiano terreni argillosi, sabbiosi e calcarei. Rosso rubino dalle nuance purpuree solletica le narici attraverso sentori di cioccolato, coriandolo, carruba, prugna, visciola. In bocca un’onda golosa vagheggia il mon – chéri. Piacevolmente succulento. Per gli amanti della piacevolezza e dell’eleganza. L’abito bianco e nero rappresenta i camminamenti di Ronda inseriti nella cinta muraria di Morro d’Alba del XIII secolo.

Una realtà dal futuro roseo ancora tutto da scrivere.