Mandela e il Castello del Gallo: dove il tempo si fa bellezza
Mandela è un piccolo comune della provincia romana, incastonato tra il torrente Licenza e il fiume Aniene. Questo luogo affonda le sue radici nella storia antica: fu citato dal poeta latino Orazio come Pagus Mandela, a cui l’imperatore Augusto concesse delle terre, per il tramite del suo celebre consigliere Mecenate.
I ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza degli Equi, popolazione montana e pastorale nota per la sua indole bellicosa e per i conflitti con Roma, legata alla leggendaria figura di Cincinnato, simbolo della Repubblica romana.
In questo scenario verdeggiante e carico di memoria, sorge il Castello del Gallo, residenza nobiliare immortalata anche dal pittore paesaggista Jacob Philipp Hackert, la cui biografia fu per la prima volta raccontata da Goethe, suo conterraneo e amico, che soggiornò proprio qui.
Il Castello ha attraversato i secoli cambiando volto e funzione. Da fortezza strategica sotto il dominio degli Orsini, a residenza signorile della famiglia Nuñez Sanchez, la vera svolta avviene nel XIX secolo, con Julie Bonaparte, nipote di Napoleone. Donna brillante e golosa, padrona di casa carismatica, Julie seppe trasformare la dimora in un salotto intellettuale capace di riunire l’élite culturale dell’epoca. Sposò Alessandro del Gallo di Roccagiovine, Marchese di Mandela.
Oggi, a custodire il patrimonio familiare ci sono Michele del Gallo e sua moglie Alexandra White, che ne proteggono l’eredità con amore e lungimiranza. Visitare il Castello significa fare un tuffo nella storia: dalla Sala da pranzo dominata dal ritratto di Napoleone, allo scenografico Giardino d’Inverno dove Julie riceveva i suoi ospiti, alla Galleria degli Antenati, ricca di ritratti di famiglia, e alla Stanza del Biliardo, che conserva busti militari del XVI secolo.
Suggestiva anche la Chiesa di San Vincenzo Ferrer, dedicata al predicatore spagnolo domenicano (1350–1419), sotto la quale si trova la Cripta della famiglia del Gallo, dove riposa anche la stessa Giulia, donna capace, moderna e indipendente.
Uno degli elementi che rendono unico il Castello sono i suoi giardini. Atmosfere che avrebbero ispirato i poeti romantici, progettati secondo la tradizione persiana e islamica, con l’impostazione dei quattro punti cardinali, rose bianche, melograni simbolo di abbondanza e giochi d’acqua che creano armonia. Il giardino inglese si ispira non solo a Claude Lorrain e Nicolas Poussin, ma sembra voler dialogare con l’anima di chi lo osserva. Un luogo in cui si avverte una corrispondenza di amorosi sensi, dove i vivi e i defunti si incontrano in un’ideale connessione con l’infinito.
Il Bosco Romantico è l’emblema dell’amore tra Giulia e Alessandro: un non-luogo sospeso nel tempo, dove sembrano vagare gli spiriti di amanti leggendari come Lancillotto e Ginevra, Tristano e Isotta, Antonio e Cleopatra, Paolo e Francesca.
Il roseto nasce dall’amore condiviso tra Giulia e Giuseppina Beauharnais per questi fiori, simboli di desiderio, passione, purezza e femminilità, esaltati dalla scelta di varietà bianche.
Da non perdere anche il museo del castello, che ospita una sezione dedicata alle uniformi religiose e militari della corte pontificia, tra cui l’alta uniforme da Guardia Nobile Pontificia del Marchese Pietro del Gallo e il talare da Monsignore appartenuto a Monsignor Luigi del Gallo, prelato d’anticamera per ben quattro Papi, da Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II.
Una visita al Castello del Gallo è un vero e proprio viaggio nel tempo, ma anche uno sguardo verso il futuro, un’esperienza immersiva in un set naturale degno del Gattopardo, dove storia, arte, natura e spirito si fondono in un’unica, indimenticabile emozione.
Mandela and the Castle of Del Gallo: where time becomes beauty
Mandela is a small town in the province of Rome, nestled between the Licenza stream and the Aniene river. Its origins reach deep into antiquity: the Roman poet Horace mentioned it as Pagus Mandela, a land granted by Emperor Augustus through his trusted advisor Maecenas.
Archaeological findings confirm the presence of the Aequi, a mountain-dwelling and pastoral people known for their fierce nature and for clashing with Rome. They are indirectly linked to the legendary figure of Cincinnatus, a symbol of the Roman Republic.
Set within this evocative and verdant landscape stands the Castle of Del Gallo, a noble residence immortalized by the landscape painter Jacob Philipp Hackert, whose life was first written about by his countryman Goethe, a guest of the castle himself.
Over the centuries, the castle has undergone significant changes. Originally a strategic fortress under the Orsini family, it later became a refined residence of the Nuñez Sanchez family. Its destiny changed dramatically in the 19th century, with the arrival of Julie Bonaparte, niece of Napoleon. Known for her round figure, sweet tooth, and magnetic charm, she was a true grande dame, turning the castle into a vibrant intellectual salon. She married Alessandro del Gallo di Roccagiovine, Marquis of Mandela.
Today, the castle is lovingly preserved by their descendants, Michele del Gallo and his wife Alexandra White, who safeguard its heritage with intelligence and foresight. Stepping into this residence is a privilege. From the Dining Hall, dominated by a portrait of Emperor Napoleon, to the enchanting Winter Garden, where Julie hosted guests from 1870 to 1900, to the Gallery of Ancestors, featuring portraits of the Del Gallo family, and the Billiard Room, which houses 16th-century military busts—every corner tells a story.
Equally striking is the Church of San Vincenzo Ferrer, dedicated to the 14th-century Spanish Dominican preacher. Beneath it lies the atmospheric Crypt of the Del Gallo family, the final resting place of several family members, including the capable and forward-thinking Giulia Bonaparte herself.
What truly sets this castle apart are its gardens—a paradise that would have inspired the Romantic poets. Designed in the style of Persian and Islamic gardens, the layout follows the four cardinal points and features blooming white roses, pomegranate trees symbolizing abundance and renewal, and gentle fountains that bring balance and peace.
The English garden is more than a nod to Baroque masters like Claude Lorrain and Nicolas Poussin—it seems to speak directly to the soul. It evokes a “correspondence of loving senses” between the living and those who have passed, as if connecting humankind with the infinite.
The Romantic Woods represent the love story between Giulia and Alessandro, a nostalgic tribute to French atmospheres and a dreamscape where the spirits of Lancelot and Guinevere, Tristan and Isolde, Antony and Cleopatra, and Paolo and Francesca seem to linger.
The rose garden was born from the shared love of flowers between Giulia and Josephine Beauharnais. The rose—symbol of passion, desire, beauty, femininity, and above all, purity—is represented here in elegant white.
A visit to the castle museum is also not to be missed. It includes a remarkable section dedicated to religious and military uniforms of the Papal Court, featuring the ceremonial uniform of the Papal Noble Guard worn by Marquis Pietro del Gallo, and the monseigneur’s cassock of Monsignor Luigi del Gallo, who served as Papal Chamberlain under four Popes, from John XXIII to John Paul II.
A journey to the Castle of Del Gallo is not just a step back in time, but a forward-looking experience—an authentic natural film set, worthy of The Leopard, where history, art, landscape, and spirit blend into one unforgettable vision.






