Di Majo Norante: una stirpe, un territorio, un destino
Molise, terra ancestrale dei Sanniti, spesso offuscata dall’Abruzzo per le sue esigue dimensioni, ma custode di una storia profonda, intensa e affascinante.
Abitata già in età paleolitica, conquistata dai Romani che ribattezzarono alcune delle sue cittadine — Aesernia (Isernia), Bovianum Vetus (Bojano), Venafrum (Venafro), Larinum (Larino), Saepinum (Sepino) — e attraversata nei secoli da Goti, Normanni, Svevi e Angioini, fino a essere inglobata nel Regno di Napoli.
Una terra attraversata da popoli e civiltà, che hanno lasciato segni tangibili nel paesaggio, nell’arte, nella cultura. Disparati reperti archeologici ne raccontano l’anima, confermando la sua identità forte e tenace.
Proprio in questo scenario nasce e si radica, già dal 1800, la famiglia Di Majo Norante, storica presenza a Campomarino (provincia di Campobasso).
Oggi a guidare la cantina è Alessio, moderno faraone, che assieme alla regina Editha, dal volto angelico e dalla spiccata personalità, ha dato vita a una splendida stirpe. Cinque figli e numerosi “adottati”: Aglianico, Montepulciano, Sangiovese, Tintilia, Falanghina, Greco e Moscato — non semplici vitigni, ma anime da coltivare, proteggere e far brillare.
Una stirpe rara, come quelle che oggi si incontrano — e ancor più, si assaporano — difficilmente.
Su 123 ettari di terra generosa, non si trovano solo tralci d’uva, ma emozioni che respirano con il vento, si nutrono del sole e si lasciano degustare in calici intensi, riconoscibili, dagli epiloghi lunghi e persistenti.
Alessio ed Editha sono padroni di casa accoglienti e lungimiranti, capaci di trasmettere ai propri figli — naturali e acquisiti — gli strumenti per scalare le proprie montagne, riconoscere il talento, affrontare con dignità gli ostacoli e gli imprevisti dell’esistenza.
Metodo Classico Brut Nature (Falanghina)
Un abbraccio di note vegetali e cedrine. Versatile, leggero, dal perlage fine e persistente. Elegantemente beverino, è un inno alla grazia.
“Lo stile è eleganza, non stravaganza.” – Giorgio Armani
Tintilia del Molise 2021
Indossa la veste di un leone, tratta da un mosaico rinvenuto a Larino. Cammina come un felino: equilibrio e potenza. Rosso rubino dalle nuance violacee, sprigiona pepe, carruba e rosa canina. I tannini sono laccati. Colpisce il bersaglio come una freccia di Robin Hood.
Contado Aglianico del Molise Riserva 2019
Sfumature granato, sentori di ciliegia sotto spirito, mora, coriandolo. All’assaggio è morbido, con un finale lievemente cioccolatoso e vanigliato. Un sorso che ricompensa l’attesa.
Sassius 2017 (Aglianico)
Austero, profondo. Indossa una maschera del IX secolo a.C. Opulenza, rotondità, percezione quasi masticabile. Forza per il corpo e per il pensiero.
Don Luigi 2019 (Montepulciano)
Un nettare equilibrato e verticale. I sentori trovano il proprio posto come tessere di un mosaico affascinante e compiuto come quello della vendemmia conservato a Merida (Spagna).
Apianae Moscato del Molise DOC
Vitigno amato dai Papi e già lodato da Plinio il Vecchio. Goduria mai eccessiva dal giallo prezioso, pennellate piacevolmente consistenti invitano all’assaggio che non lascia sazi. Un viaggio nella memoria di una regione che dovrebbe essere maggiormente considerata, il linguaggio dell’identità che ha trovato nel nettare di Bacco una penna con la quale scrivere la sceneggiatura di un grande film.
Di Majo Norante: a lineage, a land, a destiny
Molise, the ancestral land of the Samnites, often overshadowed by Abruzzo due to its small size, is in fact a guardian of a deep, intense, and captivating history.
Inhabited since the Paleolithic era, it was later conquered by the Romans, who renamed some of its cities — Aesernia (Isernia), Bovianum Vetus (Bojano), Venafrum (Venafro), Larinum (Larino), and Saepinum (Sepino). Over the centuries, Molise was crossed by the Goths, Normans, Swabians, and Angevins, until it became part of the Kingdom of Naples.
A land traversed by peoples and civilizations who left behind tangible traces in the landscape, art, and culture. Numerous archaeological finds tell the story of a region with a strong and resilient identity.
It is in this very landscape that the Di Majo Norante family took root, as early as the 1800s, becoming a historical presence in Campomarino, in the province of Campobasso.
Today, the winery is led by Alessio, a modern-day pharaoh who, alongside his queen Editha — angelic in appearance, sharp in personality — has built a remarkable lineage. Five children, and many “adopted” ones: Aglianico, Montepulciano, Sangiovese, Tintilia, Falanghina, Greco, and Moscato — not mere grape varieties, but souls to be nurtured, protected, and elevated.
A rare lineage, the kind you seldom encounter — and even more rarely, savor.
Across 123 hectares of generous land, one doesn’t simply find grapevines, but emotions: breathing in the wind, nourished by the sun, waiting to be discovered in intense, distinctive glasses with long, lingering finishes.
Alessio and Editha are gracious and forward-thinking hosts, capable of offering their children — both natural and adopted — the tools to climb their own mountains, to recognize their talent, and to face with dignity the obstacles and surprises of human existence.
Metodo Classico Brut Nature (Falanghina)
An embrace of vegetal and citron notes. Versatile, light, with a fine and persistent perlage. Elegantly drinkable, it is an ode to grace.
“Style is elegance, not extravagance.” – Giorgio Armani
Tintilia del Molise 2021
Clothed like a lion, inspired by a mosaic discovered in Larino. It moves like a feline: poised and powerful. Ruby red with violet hues, it releases aromas of pepper, carob, and dog rose. The tannins are polished. It hits the mark like an arrow from Robin Hood.
Contado Aglianico del Molise Riserva 2019
Garnet shades, with aromas of cherries in spirit, blackberry, and coriander. On the palate, it is soft, with a delicately chocolaty and vanilla finish. A sip that rewards the wait.
Sassius 2017 (Aglianico)
Austere and profound. It symbolically wears a mask from the 9th century BC. Opulence, roundness, a nearly chewable texture. Strength for both body and mind.
Don Luigi 2019 (Montepulciano)
A vertical, balanced nectar. Its aromas fall perfectly into place, like tiles in a fascinating and complete mosaic — reminiscent of the harvest mosaic preserved in Mérida, Spain.
Apianae – Moscato del Molise DOC
A grape once beloved by Popes and praised even by Pliny the Elder. Never excessive in pleasure, it shows a precious golden hue, with rich, inviting brushstrokes that call you to taste — without ever leaving you truly sated.
A journey through the memory of a region that deserves far more recognition — a language of identity that has found, in Bacchus’ nectar, the pen with which to write the script of a great film.


