A Pasqua solo Abbacchio Romano IGP
Pasqua, periodo di festa, di attesa estiva, di gite fuori porte. Le giornate si allungano, il clima si addolcisce e, per i credenti, si celebra la resurrezione di Cristo. Molti gli agnelli che finiscono sulle tavole degli italiani, ma siamo certi di conoscere ciò che mangiamo? Il lungo Stivale dovrebbe porre maggiore attenzione sull’alimentazione e indurre il cittadino medio a capire che cosa acquista. Già dal 2009 L’Abbacchio Romano è iscritto nell’elenco delle Indicazioni Geografiche Protette e dall’anno successivo nasce Il Consorzio di Tutela dell’Abbacchio Romano che Tutelare il marchio IGP e vigila su tutte le fasi della produzione e commercializzazione. Promuove il prodotto attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione; garantisce la sicurezza e la qualità, mantenendo il legame con il territorio e le tradizioni. L’Abbacchio Romano IGP proviene da agnelli da latte, macellati tra i 28 e i 40 giorni di età, allevati allo stato brado o semibrado nel Lazio. La carne si distingue per il colore rosa chiaro, la consistenza compatta e il sapore delicato. Le suddette informazioni indicano qualità e serietà che dovrebbero essere maggiormente diffuse.
“In un mercato dominato dal ribasso dei prezzi, la disinformazione mette a rischio le aziende locali che faticano a competere con le grandi importazioni straniere – ha sottolineato Natalino Talanas, Presidente del Consorzio Abbacchio Romano IGP – E’ quindi importante sensibilizzare il consumatore e noi, dal 2010, anno di costituzione del Consorzio, ci impegniamo in termini di divulgazione affinché chi ci sceglie sia pienamente informato sulla tracciabilità lungo tutta la nostra filiera e riesca a riconoscere il valore della nostra produzione. La consapevolezza risulta essere l’unica chiave per un’inversione di tendenza in grado di garantire lunga vita alla nostra tradizione che, nei secoli, ha plasmato l’identità paesaggistica e gastronomica della nostra regione”.
Scegliere l’Abbacchio Romano IGP non significa soltanto sostenere un prodotto di eccellenza ma anche un territorio, una storia e le comunità locali. Considerando che l’agnello a Pasqua è una tradizione che unisce ben 4 famiglie italiane su 10, è fondamentale sensibilizzare i consumatori verso una scelta etica e informata. Il prezzo di un prodotto certificato riflette sia la sua qualità ma anche l’intero background di pratiche e tradizioni che costituiscono la sua identità. Non a caso, la transumanza è riconosciuta patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco a conferma di come l’Abbacchio Romano IGP sia un’eccellenza da tutelare, frutto di un’antica tradizione fondata sulla perfetta simbiosi tra uomo, animale e natura.
Un misto tra cultura, leggenda e sapore. Agnello simbolo sacrificale sia nella tradizione ebraica in cui gli Ebrei, durante l’Esodo, ne sacrificano uno il cui sangue tinge gli stipiti delle porte per non fare entrare l’angelo della morte. Per i Cristiani emblema dell’innocenza per la quale Gesù decide di sacrificarsi al suo posto proprio in questo periodo dell’anno.
Faraone della cucina romana, in molti credono di saperlo preparare, in pochi, davvero, lo sanno cucinare. Tra questi lo chef Arcangelo Dandini, profondo conoscitore della gastronomia romana e non solo. Empatico frontman in grado di scrivere poesie attraverso la qualità degli ingredienti. Le sue non sono portate ma racconti di vita vissuta, cucinata, assaporata.


