La Malvasia puntinata di Villa Simone è una modella…

Tra Monte Porzio Catone e Frascati, nel mezzo dei Castelli Romani, si erge la cantina Villa Simone su suoli vulcanici circondati da querce, castagni e ulivi. Realtà di origine marchigiana oggi gestita con amore dal pater familias Lorenzo Costantini, noto enologo della regione, assieme alla moglie Fulvia e alla figlia Sara. Il nome dell’azienda nasce un po’ per caso, dimostrandosi di buon auspicio. Simone, uno dei 12 apostoli, del quale non si hanno molte notizie forse per la sua discrezione, la medesima che caratterizza Lorenzo sia nei contesti sociali sia nella cura che esprime in vigna grazie all’impegno nei confronti dell’ambiente e il territorio.
Disparate le bottiglie prodotte come il vezzoso Canellino di Frascati DOCG dalle nuance preziose i sentori di albicocca, mallo di noce, citronella in bocca si trasformano in un’ondata di puro piacere, caratterizzata da una buona acidità che invita all’ assaggio successivo. Nettare da non abbinare semplicemente ai dessert ma anche a formaggi e fois gras.
Costantini, però, sembra aver trovato l’amore con la Malvasia puntinata conosciuta anche come Malvasia del Lazio, figlia del Moscato di Alessandria e della Schiava grossa, il cui nome discenderebbe dalle numerose macchiette presenti sulla buccia. Il Vigneto Falconieri al quale la famiglia di Lorenzo si dedica in modo appassionato, riqualificando un patrimonio storico, conosciuto anche per l’accademia Vivarium novum, centro internazionale di studi umanistici, genera delle uve destinate all’omonima bottiglia. Villa Falconieri si innalza su una residenza signorile romana per poi trasformarsi in Villa Rufina, ingrandita da papa Paolo III, acquistata da Orazio Falconieri, amata dal Cardinale Alessandro Falconieri, goduta per un breve periodo da Elisabetta Aldobrandini Lancellotti, confiscata dai tedeschi dopo la Prima guerra mondiale, per tornare nelle mani italiane a metà del ‘900. Intorno? Un vigneto ormai scomparso per poi risorgere grazie all’acquisto di Pietro Costantini e al suo lungimirante intuito. Una storia millenaria anzi… Una commedia visto il lieto fine ma all’italiana considerati i perpetui ostacoli e le difficoltà della burocrazia del nostro Paese.
Così il Vigneto Falconieri nasce il 20 aprile del 2017, un giorno prima della genesi della città più famosa al mondo: Roma. In comune? Determinazione, volontà e una lunga vita davanti.
La Malvasia del Lazio diventa una modella che sfila per poi rimanere nuda dinnanzi ai suoi fortunati bevitori, quasi come una Venere.
Vigneto Falconieri Frascati Superiore 2019 (Malvasia del Lazio 99%, Greco 1%) matura per 9 mesi in legno per poi sostare 7 mesi in bottiglia … La donna sale sulla passerella indossando una pelliccia dorata chiarissima dalle note di burro fuso, miele millefiori, pinoli, anice stellato in bocca crema di limone, avvolgente proprio come il suo abito, regala calore e rotondità. Finale lievemente vanigliato.
La versione 2020 lascia il soprabito a terra per esibire un vestito estivo più chiaro. Melone, papaia, mallo di noce, maggiore freschezza dall’epilogo che vagheggia lime e menta. Tutto su sbuffi di una sofisticata mineralità. Estroverso, d’effetto, da leccarsi le labbra.
La 2021 resta in lingerie. Reggiseno e slip dai bordi preziosi emanano profumo di foglia di pomodoro, fieno, pesca gialla, susina, salvia e basilico, adornati dalla lucentezza della mimosa. L’assaggio è equilibrato. Miele di acacia, una nota fumé dimostrano una longevità che è ancora tutta da raccontare… Perché è noto il fatto di essere mortali solo fino al primo bacio e al secondo bicchiere di vino.

