Famiglia Cotarella… Montiano e sogni Salomè🍷

 

Tra gli enologi celebri del Belpaese e non solo, emerge Riccardo Cotarella, classe 1948. Nativo di Monterubiaglio (Terni). Perde il padre in giovane etĂ , possiede una personalitĂ  determinata, è testardo, intelligente, mosso sempre da una sete di conoscenza. Assieme al fratello Renzo consegue la laurea in Enologia e fonda l’Azienda Vinicola Falesco S.r.l., nata con l’obiettivo di recuperare gli antichi vitigni del territorio. I giovani si sposano rispettivamente con Maria Teresa e Angela. Entrambi decidono di condividere la stessa abitazione assieme alle figlie Dominga, Marta ed Enrica. E’ la classica famiglia italiana, quella che tutti vorremmo avere. Si vive insieme, si discute, ci si confronta in modo intelligente e sempre costruttivo anche quando i pareri sono discordanti per raggiungere l’obiettivo comune. L’azienda, oggi, prende il nome di Famiglia Cotarella, l’apposizione non potrebbe essere piĂą attuale che mai. Differenti i calici prodotti, disparati i destinatari, soddisfacenti i nettari. Poggio dei Gelsi 2018 (Roscetto 40%, Trebbiano 30%, Malvasia 30%) dal bouquet generoso che parte dall’acacia per giungere a note mielate con sbuffi di gelsomino, attrae immediatamente. AciditĂ  e sapiditĂ  si bilanciano. Da citare anche il sorprendente Ferentano 2016, da uve 100% Roscetto. Vitigno parente del Greco il cui nome deriverebbe dal cambiamento del colore degli acini, da verde a giallo a ramato. E’ una scommessa vincente. Naso elegante, per nulla scontato, la pasta frolla delle migliori pasticceria ne è protagonista. Crema di limone, note mentolate, lime in bocca si trasformano in un morso di pesca acerba dal lungo epilogo e dalla spiccata personalitĂ . Negli ultimi giorni è stato presentano il Montiano 2016. Non si tratta di una bottiglia o di un’annata ma di un vero e proprio passaggio delle consegne. Pier Paolo Chiasso, enologo e marito dell’angelica e risoluta Dominga ha dimostrato ampiamente di poter ereditare lo scettro. Si tratta di una svolta, di una seconda generazione che ha percepito l’importanza di un sogno e ha assorbito la capacitĂ  di farlo perdurare nel tempo. Riccardo è amante del Merlot. Crede che sia possibile generare un sinuoso sorso rubino intenso anche in Italia, non è necessario dover oltrepassare le Alpi. Numerosi i viaggi, le sperimentazioni, i sacrifici, per poi giungere al successo tanto sperato. Montiano è un prodotto di alta qualitĂ . L’ultima edizione indossa abiti nuovi grazie anche a Enrica che la veste di beige e carta da zucchero. Cielo e terra, aria e acqua, tanti i significati che si potrebbero attribuire ma uno solo il senso: l’infinito. La certa “lucky label” regala una sensazione ariosa e dalle molteplici sfumature, sempre con i legami alla tradizione. Così è per questo entusiasmante Merlot 2016. Sentori estroversi come prugna, ciliegia sotto spirito, a tratti foglie di mirtillo, su uno sfondo di spezie dolci come coriandolo, echi appena vanigliati. Il sorso ricorda i ribes schiacciati sotto il palato, i tannini carezzevoli, buona la freschezza. Lungo epilogo con piacevoli note lattiche di yogurt ai frutti rossi. Di piĂą facile beva il Montiano 2012 anche se con un profumo meno estroverso. I mirtilli, le more, la susina diventano succulenti in bocca e invitano alla bevuta e poi di nuovo e poi ancora. Pura sensualitĂ . Note di cioccolato a latte stuzzicano papille e fantasie. Chi è invecchiata nel migliore dei modi è l’annata 2008. Spezie scure, cuoio, terra bagnata, note erbacee, macchia mediterranea la rendono particolarmente affascinate. Corrispondenza gusto – olfattiva. La pienezza del sapore dona immensa soddisfazione. 2016, 2012 e 2008 sono accomunate da buona aciditĂ , corpositĂ , amabile durevolezza, eleganza. Un inteso rosso rubino si trasforma in trasparenti archetti che rievocano la maliziosa e aggraziata danza dell’attrice Rita Hayworth nei panni di Salomè, intenta a sedurre il meschino Erode per ottenere la testa di San Giovanni Battista. Chi potrebbe resistere?