Letrari, il Trento DOC di classe🥂

 

Quando si parla di bollicine, in genere, si pensa allo Champagne, effervescenza francese dalla quale furono sedotti personaggi quali Maria Antonietta, Napoleone Bonaparte, Winston Churchill. In realtà di ottimi perlage è copioso anche il Belpaese. Il Trentodoc ne è una testimonianza. Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero, Pinot meunier sono i protagonisti di calici sinuosi ed eleganti. Tra le concretezze emerge Letrari con una storia che affonda le radici nel 1647. Vero e proprio pioniere e fondatore del buon bere del Trentino è Leonello Letrari. Intuitivo, percepisce che il futuro della sua regione è il metodo classico. Sposa Maria Vittoria dalla quale ha due figli: Lucia e Paolo. La prima dalla personalità vulcanica, acuta, determinata. Diverse le scelte aziendali intraprese dalla donna ancora prima della perdita del padre. Vincente nella public relation e nella capacità di saper abbinare gli uvaggi, col percepire dalle singole percentuali quali varianti ogni singolo vitigno andrà ad apportare nel calice. Paolo intraprende gli studi giuridici. Charming nell’aspetto, ammaliante nella voce, ha una buona base classica e un cuore da vigneron. Compagno di calice perfetto, è un buon ascoltatore dall’olfatto sensibile e dal palato raffinato. L’attractive man e lo storytelling sono un tutt’uno. Da seducente aedo riesce a trasmettere il messaggio di ogni singola bottiglia trasformandosi in un incantatore di serpenti. Dalla cesta, però, non fuoriescono rettili, ma emozioni. I cassetti della memoria, attraverso il suo aiuto, si aprono e iniziano le danze dei sentori che indossano veli brillanti dalle sfumature leggere, un gioco di trasparenze e luci che solo la natura è in grado di regalare. + 4 è il nome di una bottiglia foriera di novità, che prevede un tempo di permanenza sui lieviti di almeno 28 mesi, 4 in più, rispetto al disciplinare, cuvèe di Pinot nero vinificato con breve contatto sulle bucce e Chardonnay. La bottiglia è “intrappolata” in una retina dorata che ne esalta ancor più il valore. Emozionante alla vista. Sentori di pesca e lamponi in bocca si trasformano in un calice dalla spiccata personalità, dalle note ematiche e ferrose e da un epilogo appagante. Una pantera travestita da gatto di razza. Il Dosaggio Zero è il connubio tra Chardonnay e Pinot noir raccolti a mano, con permanenza sui lieviti di almeno 36 mesi. L’oro vivido dalla spiccata acidità e dalla lunga persistenza offre note cedrine dall’eleganza unica. Molteplici le sfumature, nessuna sovrastante come in un’ orchestra armonica nella quale ogni strumento esprime il suo suono nella coralità. Dalle medesime uve è generato il Brut Riserva. Note di frutta matura a polpa gialla, su sbuffi di noce moscata eccitano il naso. Il sorso è deciso, la personalità spiccata, in bocca sembra di mordere un melone giallo succulento. Voluttuoso. Una piccola percentuale (5%) dello Chardonnay (50%) rende il 976 Riserva del Fondatore un’esperienza. Anche qui un’ emblematica retina imprigiona la bottiglia, perché di fatto si resta indissolubilmente irretiti. Polvere di caffè, nocciole, note vanigliate al palato si concretizzano in una gradevolezza leggermente lattica. Si sorseggia e poi lo si desidera ancora e poi ancora. Quasi come se l’uva stessa si trasformasse in un solo istante in bevanda sacra agli dei. Per chi è impulsivo e si lascia spingere dalle passioni Quore Brut Riserva di sole uve Chardonnay lascia il segno. La brillantezza corrisponde all’intensità del gusto. Lime, melagrana, crema di limone, note burrate invadono le narici lasciando la bocca appagata.
Teroldego, Marzemino, vitigni internazionali riempiono ancora altri calici… Ma questa è un’altra storia…
Letrari non è il calice di tutti, ma degli intenditori. Non è l’amico della porta accanto, ma colui che sa e che rende il suo sapere accessibile a molti. La classe che diffonde piccoli e rari perlage…